È da poco diventata patrimonio dell’Unesco. Più che uno stile, è una vera e propria filosofia, apprezzata in tutto il mondo, che unisce in modo rivoluzionario musica e pedagogia. Si chiama metodo “Kodaly”, dal nome di uno dei più grandi compositori ungheresi del Novecento che per primo ne ha sviluppato gli insegnamenti, adesso diffusi a tutti i livelli scolastici, dalle aule della scuola materna a quelle dell’università.

Si basa sul libero movimento e sulla libera espressione dell’emotività, attraverso la musica. Gesti e suoni si uniscono, dando vita ad un processo naturale di comunicazione. A darne una dimostrazione pratica sono stati i circa 60 alunni dell’istituto comprensivo “Don Bosco-Manzoni” di Andria, protagonisti di un progetto di educazione musicale, curato dal maestro Riccardo Lorusso. In assoluto il primo di questo genere presentato ad Andria. Un percorso cominciato ad inizio anno scolastico, che si è concluso con una lezione dimostrativa, tenuta sul palco dell’auditorium “Paola Chicco”.

E le capacità sviluppate da quanti si affacciano a questa metodologia possono essere molteplici.

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