E’ la relazione della Direzione Investigativa Antimafia inviata al Parlamento, a fotografare la situazione criminalità organizzata in Puglia al primo semestre dell’anno 2017. Una situazione malleabile che vede nel territorio foggiano la criminalità più «instabile in questo momento in assenza di un organo verticistico condiviso che possa dettare una strategia unitaria», come si legge nella relazione.

Nel barese, invece, mantiene inalterati i suoi settori di interesse e cioè estorsioni «con particolare attenzione al settore edile», traffico di droga e rapine ai bancomat e tir. Dalla relazione della DIA, inoltre, emerge un fattore sempre più predominante: nel territorio del nord barese, a cavallo proprio tra Foggia e Bari, vi sono diversi sodalizi criminali che esprimono una certa autonomia operativa nonostante le influenze criminali soprattutto dai gruppi di Cerignola. Estorsioni, reati predatori commessi anche in trasferta, furti di autovetture, ricettazione, riciclaggio e, predominante, il traffico di stupefacenti. Maggiori contatti con Cerignola appaiono quelli del territorio ofantino dove esistono rapporti diretti per la crescita criminale di sodalizi attraverso modelli operativi. I centri co-capoluogo hanno gruppi criminali che tendono ad imporsi per gestire il mercato degli stupefacenti. In particolare ad Andria, per esempio, nella relazione della DIA, si legge come vi siano ancora contrasti tra il clan Pastore-Campanale e quello Pistillo-Pesce. A Barletta il centro nevralgico di approvigionamento per la droga proveniente dall’Albania con il gruppo Cannito contrapposto agli Alvanese. A Trani la situazione più instabile viste le numerose operazioni poste in essere che hanno decapitato diverse organizzazioni. In particolare grazie all’operazione Point-Break conclusa a febbraio dai Carabinieri, è stato ricostruito il fenomeno delle estorsioni riconducibili al clan Corda ai danni di diversi imprenditori e commercianti della città. A Trinitapoli, poi, restano contrapposti i gruppi Miccoli-Derosa con i Gallone-Carbone. A Canosa, poi, resta consolidato il gruppo dei Mataresse anche se si affaccia sul territorio anche il sodalizio Carbone. Entrambe le organizzazioni si occupano di spaccio di stupefacenti. Diversa la situazione a Margherita, dove non esistono sodalizi di tipo mafioso ma solo piccole sacche criminali talvolta contrapposte tra di loro.

Tornando alla Puglia, poi, pace transitoria è stata documentata tra i clan storici di Taranto, nel Brindisino, invece, sono state documentate infiltrazioni della ‘ndrangheta, che cerca di inserirsi nella gestione delle strutture turistiche mentre in provincia di Lecce tali tentativi sono più che altro della camorra.