«Se è vero che siamo emarginati, denigrati, umiliati e snobbati dalla politica andriese, tranne che nei trenta giorni di campagna elettorale quando li vedi tutti presenti a dispensare promesse e altro, è altresì vero che noi residenti del Quartiere S. Valentino di Andria siamo baciati dalla fortuna».

Con queste parole ironiche ma di fortissimo effetto intervengono i due rappresentanti del Comitato di Quartiere, Carnicelli ed Anzioso.

Solo per caso, per puro caso l’albero caduto nei giorni scorsi in via Monopoli, nel quartiere S. Valentino appunto, non ha causato una tragedia e forse se ciò fosse accaduto chissà quanti “riflettori” si sarebbero accesi sul Quartiere ormai completamente “spento”, nel vero senso della parola.

«Noi non vogliamo che i riflettori si accendano per le tragedie umane che pure sono innumerevoli e spesso si consumano in silenzi omertosi e compiacenti. Ciò che vogliamo, invece, è che ad un albero che cade corrispondesse una foresta che cresce ma i politici andriesi sono anche addirittura capaci di demolire pure quel bel detto che recita: “fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce. Da noi, qui al quartiere S. Valentino di Andria così non è e così non lo è mai stato. Eppure gli alberi continuano a cadere, come birilli. Sono moltissimi, come testimoniato da materiale fotografico e dalla realtà, quella vera e diversa da quella apparente di Palazzo San Francesco, gli alberi tagliati alla base e mai reimpiantati. Da queste parti anche il Regolamento comunale del verde pubblico è carta straccia. Quell’albero caduto in via Monopoli è il sintomo, l’emblema del decadimento di una parte importantissima del territorio andriese. Una parte che avrebbe potuto essere il fiore all’occhiello della città. Quanti finanziamenti pubblici sono andati perduti? Quanti investimenti mancati? Quante occasioni perse? Quali interessi hanno prevalso su quelli sociali del nostro quartiere? Vogliamo solo ricordare – dichiarano Pietro Carnicelli e Riccardo Anzioso, rispettivamente Presidente e Segretario del Comitato di Quartiere S. Valentino di Andria – che il Centro Commerciale Ipermercato di Andria avrebbe dovuto insediarsi nel nostro quartiere, oltre quindici anni fa quando vide la luce. Perché venne cambiata la collocazione urbanistica? Con quale criterio, diritto o altro venne effettuata quell’operazione in così poco tempo? Quello fu solo uno dei segnali che facevano presagire quale fosse il livello di disattenzione verso il quartiere. La storia, la pessima storia della ancor peggiore azione politica degli anni successivi ha fatto il resto. Neppure un misero, piccolo, mercatino di quartiere sono riusciti a realizzare. Eppure un mercatino era già nato ma venne soppresso in fase di assegnazione dei posteggi agli ambulanti aventi diritto che parteciparono al bando; soppresso per dar vita al mercatino coperto, quello davanti alla chiesa che con un soffio di vento è venuto giù e i cui rottami sono ancora lì alla portata di tutti. Anche in quel caso si evitò la strage visto che sotto quel manufatto i bambini si fermavano a giocare all’uscita di scuola, non essendo neppure protetto. Altro miracolo per la tragedia scampata. Forse dobbiamo veramente rassegnarci . dicono Carnicelli ed Anzioso – e forse dobbiamo credere che l’unico miracolo che ci si debba attendere a S. Valentino sia quello di avere la fortuna di guardare in faccia per soli trenta giorni ogni cinque anni tutti gli incapaci che hanno lasciato le loro tracce in questo territorio senza neppure avere cognizione di cosa significhi governarlo. In questi giorni, in queste ore, stiamo assistendo alle prove generali della commedia politica locale con tanti pretendenti ai troni romani. Sarebbe curioso, molto curioso chiedere a tutti questi “professionisti” della politica come intendano governare l’Italia avendo già ampiamente dimostrato di non saper neppure governare un Borgo agricolo qual è ancora la città di Andria né tantomeno il nostro quartiere, e ciò non riguarda solo le “forze di governo” cittadine. Se l’Italia è questa allora continueremo a dire ai nostri figli e nipoti di scappare via; di fare le valigie e di scappare immediatamente via da quello che un tempo era il più bel Paese del mondo” – hanno concluso i due responsabili del Comitato, mentre si attendono gli esiti dei rilievi sull’albero caduto per comprendere se si sia realmente trattato solo del forte vento oppure se la caduta dell’albero sia anche stata dovuta ad altri fattori legati alla manutenzione ed allo stato di vitalità del medesimo, come accaduto in altre circostanze, in altre zone della città in altre circostanze senza neppure che ci fosse il vento quale scusante».