Il 21 agosto scorso, tramite la Onlus italiana Intercultura, la studentessa andriese Rossana D’Azzeo è potuta partire alla volta di Ekaterinburg, il principale centro culturale ed industriale della regione russa degli Urali, dove rimarrà fino al prossimo 4 luglio. Trascorsi ormai sette mesi nel Paese più grande del mondo, Rossana non sembra aver perso l’entusiasmo e la curiosità caratterizzanti le prime giornate della sua esperienza internazionale, che le sta letteralmente stravolgendo la vita. «Ricordo ancora – ci racconta lei – il pomeriggio in cui ho conosciuto la famiglia che mi avrebbe accolta. Era maggio 2015 e mi arrivò il messaggio di un uomo russo, in cui c’era scritto “noi siamo la tua famiglia ospitante”. Scoppiai in lacrime, ancor prima di leggere interamente il testo. Tre mesi dopo, quando il treno si fermò nella stazione di Ekaterinburg, quel signore si avvicinò al nostro finestrino, già armato di macchina fotografica e pronto ad immortalare quelle situazioni, che rimarranno per sempre impresse nella mia mente. Mi hanno accettata come una figlia e una sorella, facendomi sentire a casa anche quando, nei momenti difficili, mi convincevo che quella realtà non mi appartenesse».

Gli ostacoli ed i momenti di sconforto non sono mancati, se si considerano le avverse condizioni metereologiche, le differenti abitudini culinarie e i 3500 chilometri di distanza dalla famiglia e dagli amici più cari, senza trascurare la scarsa conoscenza della lingua nazionale. «Quando sono arrivata, – ha continuato Rossana – le mie competenze linguistiche erano pari a zero, come la mia capacità di comprensione. La famiglia è stata fondamentale, soprattutto mia madre ospitante, che ha studiato Italiano all’università. Il primo giorno di scuola l’ho trascorso, nonostante i miei 17 anni, in una classe di prima elementare e fui l’unica a non comprendere quasi nulla. Dal giorno seguente iniziai a studiare la lingua russa in quell’aula, Storia nella settima classe (la nostra seconda media) e le materie scientifiche nell’undicesima, per mia scelta. Ho anche frequentato un corso intensivo di lingua per soli studenti stranieri e, dopo un’estenuante applicazione ed innumerevoli errori, posso finalmente affermare di sentirmi discretamente preparata in materia».

Nel corso delle numerose avventure vissute, dall’interminabile viaggio sugli storici binari della ferrovia Transiberiana alla stupefacente visita nella città di Mosca, passando per i trattamenti di benessere nelle celebri saune locali, Rossana è stata travolta dall’ospitalità e dall’entusiasmo della popolazione russa, tanto da non avere alcuna fretta di tornare in Puglia per affrontare l’ultimo anno di liceo scientifico. «Questa esperienza – ha concluso lei – mi sta letteralmente cambiando la vita. Non è una vacanza, né una fuga dal mio Paese, al quale sono profondamente legata. La vivo come un percorso di crescita, che mi sta insegnando ad apprezzare le diversità e a dare valore alle piccole cose, come il calore del sole dopo mesi di neve o l’affetto dei propri genitori. Sto comprendendo come l’Italia sia davvero il Bel Paese, il quale risulta un’eccellenza invidiata in campo musicale, architettonico, storico e scientifico, nonostante le tante problematiche della penisola. Inoltre, i russi adorano anche la nostra cucina e sugli scaffali dei loro supermercati non mancano i prodotti alimentari delle nostre parti! Insomma, mi sono gettata in mare aperto, in una località completamente sconosciuta, nonostante l’inevitabile paura dell’ignoto, eppure sono sempre più orgogliosa di averlo fatto. Infatti, passata la paura, qui ho trovato la felicità. Tornare a casa sarà bello, ma a Ekaterinburg lascerò per sempre una parte di me».