Si tornerà in aula proprio il 12 luglio prossimo con una calendarizzazione settimanale che ha tra i giorni di udienza il quinto anniversario della tragedia ferroviaria. Prosegue, seppur con qualche difficoltà, il Processo che si sta celebrando a Trani sul disastro del 2016 con lo scontro tra due treni che provocò la morte di 23 persone ed il ferimento di altre 50. Ieri l’ultima udienza in ordine di tempo all’interno dell’Auditorium “Mons. Pichierri” della Chiesa San Magno a Trani. Un’udienza iniziata con molto ritardo attorno a mezzogiorno a causa di una mancata comunicazione che ha costretto a sistemare ed igienizzare la sala rapidamente in mattinata. Un contrattempo che però non ha inficiato lo svolgimento della sessione con l’ascolto di un tecnico già Direttore Ustif nell’Italia Settentrionale. Si è scelto di ascoltare lui per permettere una comparazione su altri incidenti sfiorati in altre parti d’Italia. Un esame molto tecnico come tanti altri sino a questo momento per ricostruire minuziosamente i fili di una matassa ancora lunga da sbrogliare.

Il 12 luglio nuovamente in aula come detto, un momento importante ed evocativo a cinque anni da quella tragedia. Possibile un ricordo in aula di quanto accaduto. Una settimana dopo, poi, altra udienza per un calendario piuttosto fitto prima della pausa estiva di agosto. Nel frattempo alcuni avvocati e parti civili hanno incontrato nei giorni scorsi il Procuratore della Repubblica Renato Nitti per un colloquio informale in cui è emersa tutta la preoccupazione per un possibile trasferimento ad altra sede di uno dei due pm che ha sin dall’inizio gestito il fascicolo. Il Procuratore, ci dice l’Avv. Bucci uno dei promotori dell’incontro, si è dimostrato molto disponibile ed attento alla questione. Ci sarà molto probabilmente l’affiancamento di un altro pm a breve al dott. Catalano mentre al dott. Pesce, pur se trasferito, il Procuratore chiederà di restare applicato al processo in modo da ricostruire un minimo pool per continuare a lavorare sull’importante incartamento.

Nel processo, lo ricordiamo, sono imputate 17 persone fisiche e la società Ferrotramviaria accusate a vario titolo di disastro ferroviario, omicidio colposo e lesioni gravi colpose, omissione dolosa di cautele, violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro e falso. Sono costituite parti civili la Regione Puglia, i Comuni di Corato, Andria e Ruvo di Puglia, associazioni e familiari delle vittime.