Sulla situazione Covid nella città di Andria sono intervenuti i consiglieri comunali del centrodestra Gianluca Grumo, Donatella Fracchiolla, Andrea Barchetta, Antonio Scamarcio e Nicola Civita.
«Il sindaco di Andria, nella narrazione del Covid, non riesce ad andare oltre, limitandosi a dare qualche numero sul contagio ed a dire che non può fare nulla. Una litania oramai consueta e quotidiana. Crediamo, però, che a distanza di un anno dall’emergenza non si possano giustificare misure che non hanno alcuna attinenza alla realtà e che danneggiano cittadini, studenti ed attività. Ricordiamo, infatti, che la soglia dei 250 contagi, di incidenza settimanale ogni 100 mila abitanti, nella Bat, non è mai stata raggiunta da gennaio in poi e nemmeno ora che vi è una risalita dei contagi. Ad Andria abbiamo circa 400 contagi attualmente attivi ed una trentina di cittadini, purtroppo, ricoverati a cui va tutta la nostra solidarietà. E’ possibile che il sindaco non dica una sola parola al duo Emiliano/Lopalco? Davvero dobbiamo subire nuove ulteriori misure facendo finta che in Puglia vi sia una situazione omogenea che invece non c’è? Ricordiamo tutti quanto accaduto lo scorso autunno e, come allora nessuno ascoltò il grido di dolore che giungeva da Andria e dalla Bat, oggi nessuno contrasta la narrazione baricentrica del Covid. Siamo una regione che subisce le scelte del duo sciagura Emiliano/Lopalco a prescindere dalla situazione nella Bat. Infatti, sia ad ottobre che oggi, il metro di giudizio parte da Bari, una cosa che da un punto di vista epidemiologico non ha senso per una regione di 4 milioni di abitanti e sei province. Ad Andria, oggi le scuole sarebbero dovute stare aperte, come aperte tante altre attività oggi penalizzate. Invece di troviamo dinanzi alla triste quanto grottesca richiesta di Emiliano di essere inserito nelle chat delle mamme degli alunni per chiedere pareri sulla DAD! Per non parlare della inefficiente gestione del piano vaccinale che ha visto una delle categorie più esposte di sanitari, quella dei farmacisti, ricevere la seconda dose di vaccino oltre il 21esimo giorno, come invece previsto da protocollo, compromettendo così l’efficacia stessa del vaccino. Infine, sul piano locale, ci chiediamo come mai si sia pensato esclusivamente all’utilizzo del Centro “Dopo di noi” come luogo di somministrazione dei vaccini escludendo, così, l’utilizzo di altri ambienti, molto più facilmente accessibili e molto più capienti, come già avviene negli altri comuni viciniori. Nemmeno mai una parola sulla carenza di posti letto nelle strutture ospedaliere della Bat che rappresenta la vera emergenza maggiormente acuita con il sovraccarico stante i pazienti Covid. La sanità nella Bat è chiaramente in affanno anche con pochi ammalati di Covid, questa è l’amara verità. Ma pensare di contrastare questo costante pericolo sanitario solo chiudendo ed invitando i cittadini a non uscire, quando abbiamo vaccini da somministrare e cure da poter attuare, ci lascia perplessi».