L’assistenza specialistica per disabili non è uguale per tutti. E’ la denuncia del Dott. Pietro Taccarelli, un cittadino e genitore di un ragazzo diversamente abile di Trani, chiede spiegazioni all’ente, alle scuole ed alla cooperativa incaricata per questo progetto. Riportiamo integralmente la lettera inviata alle istituzioni.

«Vorrei evidenziare una situazione che si stà creando all’interno della nostra provincia, riguardante l’assistenza specialistica per i ragazzi diversamente abili, delle scuole superiori. La situazione drammatica che stiamo vivendo, dovrebbe portare a semplificare la parte burocratica di determinate attività che dovrebbero essere di necessità e supporto nella situazione attuale. L’educatore specialistico che affiancava i nostri ragazzi durante le ore scolastiche, dal 10 marzo come da decreto legge, ha cessato le attività ma ad oggi nonostante siano trascorsi 35 giorni e tutti si sono organizzati, la Cooperativa che gestisce tale servizio per alcuna disabilità ha già attivato il servizio a distanza per tutte altre disabilità in modo particolare per quelle intellettive non ha ancora fatto niente. Ho provato a contattare il Preside, la cooperativa, la Provincia, ma nessuno mi ha saputo dare delle risposte. Per quale motivo creare discriminazione in questo momento in cui i ragazzi hanno bisogno del sostegno pedagogico, educativo, psicologico? Se i fondi erano già stati stanziati dalla Regione Puglia perchè non utilizzarli come ha già fatto al provincia di Foggia? Probabilmente la didattica a distanza dovrebbe continuare anche per l’inizio dell’anno scolastico prossimo, e dobbiamo già organizzarci per non lasciare nessuno indietro, avere la consapevolezza e la velocità di attivare tutti i procedimenti didattici, assistenziali necessari per fare in modo che gli studenti siano preparati in egual misura. Non sappiamo ancora quando usciremo del tutto dalla pandemia, quando i nostri ragazzi potranno riabbracciare i propri compagni di scuola, i propri amici, i professori, non è facile per noi genitori far modificare le abitudini e spiegare che questo momento “forse” passerà, ma dobbiamo stare tutti uniti mettere da parte interessi propri, politici, e pensare solo ad agire nell’interesse di tutti, dei più deboli, dei più fragili. Mi auguro di poter ricevere quanto prima non delle semplici rassicurazioni, ma solo fatti».