Una strage silenziosa a cui è necessario dare voce. Coinvolge madri, sorelle, mogli, fidanzate, bersagli fin troppo facili di quella che è comunemente nota come “violenza di genere” e che ormai è sempre più simile ad un bollettino di guerra: in Italia 88 casi al giorno (secondo i dati del 2019). Una vittima ogni 15 minuti: costretta a subire abusi, fisici e psicologici e quasi sempre il carnefice non bussa, perché ha le chiavi di casa oppure indossa la maschera dell’amore.

Un problema che parla al femminile ma a farsene carico dovrebbero essere tutti, per una battaglia di civiltà che non ha sesso. E le armi per combatterla non sono mai troppe. Lo è ad esempio lo spot curato dall’agenzia di comunicazione “Artsmedia”, per Arcigay e con il supporto de La Cicloide. Il risultato finale del progetto Femminili Plurali Irregolari, finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento Pari opportunità.

È  stato realizzato in occasione della Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne, che si celebra oggi, 25 novembre. E da oggi è sul web, con l’obiettivo di accendere i riflettori su un problema troppo spesso ignorato, come la violenza specifica che colpisce le donne lesbiche, bisex, con disabilità o persone trans.

Un insieme di storie: come quella di Marta, Eva, Martina o Francesca, vittime di una violenza che assume forme diverse: il rifiuto, l’aggressione fisica, la molestia o il pregiudizio. Ma il loro destino, così come la violenza, non è qualcosa di già scritto.