«L’azzeramento della giunta per inadeguatezza del ruolo politico ricoperto – secondo quanto comunicato dal sindaco – ha portato all’insediamento della quarta giunta in tre anni. Questo – sempre secondo quanto detto dal sindaco – avrebbe dovuto portare nuovo slancio, competenza e rinnovamento all’attività amministrativa. Peccato che non si capisce di quale rinnovamento parliamo. Condotto secondo quali criteri?». Iniziano così, in una nota, le forze di centrosinistra del consiglio comunale di Andria, in cui si commenta la nuova giunta nominata da Giorgino.

 

«Aveva visto sbagliato, il Sindaco – si legge – riguardo alle attitudini degli assessori che ora hanno un’altra delega? Il loro lavoro è stato “inadeguato” nelle posizioni assunte in precedenza? È stata una scelta con loro condivisa? È stata una nuova decisione del Sindaco, o un atto di forza dei partiti che si sono imposti sulla sua azione?

In sintesi ci ritroviamo con quattro assessori esclusi, cinque assessori risistemati e quattro assessori tra ritorni e new entry. Di quale cura verso la città stiamo parlando? Ancora una prova di tenuta della maggioranza? Cambiamento o cambiaVento?

Questa nuova scelta di azzeramento ricorda il “piglia e metti là …” di Gigi Proietti quando negli anni 90 insegnava un balletto prendendo in giro la ripetitività e la poca originalità dei passi previsti. Ecco quello di Giorgino è proprio quel balletto lì. Un balletto peraltro completamente fuori tempo. Questo rimescolamento era l’ultima cosa di cui la nostra città aveva bisogno visto il momento che stiamo attraversando. Al momento siamo i destinatari di una corposa e preoccupante relazione finale dell’esito dell’indagine ispettiva condotta dal Ministero delle Economie e Finanze. E abbiamo la necessità – in tempi brevissimi – di attuare tutte le azioni amministrative necessarie per porre rimedio ad una lunga serie di irregolarità, inadempienze ed inefficienze riscontrate e documentate.

O forse questa mossa del Sindaco è servita proprio a questo? In effetti discontinuità vuol dire frammentazione delle responsabilità, ovvero impossibilità di accertare, in sede di ispezione, le responsabilità specifiche delle scelte politiche e dell’attività amministrativa che in questo tempo hanno condotto il nostro comune in una grave crisi finanziaria.

Solo a titolo di esempio: lavori pubblici che non vengono resi fruibili alla cittadinanza; effetti della sentenza del TAR su IMU e TASI 2015 che non vengono affrontati negli atti di bilancio nascondendosi dietro le lungaggini burocratiche; gravi ritardi nel pagamento dei fornitori di beni e servizi; innovazione sociale mancante nelle varie dimensioni della città; recupero dell’evasione …

Come potranno i nuovi assessori e i precedenti con deleghe ormai diverse attivarsi prontamente per dare impulso alle azioni richieste dal Ministero dell’Economia e delle Finanze nel termine di 120 giorni? Grazie a questo azzeramento abbiamo già perso inutilmente oltre 30 giorni. E in futuro, visto che quasi niente in giunta è cambiato, si presuppone che quasi niente cambierà».