L’appello rivolto alle istituzioni da Riccardo Casamassima, il carabiniere di Andria che, con la sua testimonianza, ha fatto riaprire l’inchiesta sulla vicenda della morte di Stefano Cucchi al momento non ha prodotto risposte ma troverà nel Codacons la sua assistenza legale per presentare un ricorso al Tar contro l’Arma dei Carabinieri che avrebbe previsto il suo trasferimento presso un’altra caserma.

Casamassima aveva espresso tutto il suo disappunto, dopo la testimonianza che aveva confermato il pestaggio di Stefano Cucchi, per il trattamento a lui riservato dall’Arma: «Per aver fatto il mio dovere, come uomo e come carabiniere, per aver testimoniato nel processo relativo a Stefano Cucchi, morto perché pestato dai miei colleghi, mi ritrovo a subire un sacco di conseguenze – aveva detto il militare, in un video postato su Fb».

Di qui l’intervento del Codacons che si è dichiarato pronto a difendere legalmente il carabiniere:

«Siamo pronti a presentare un ricorso al Tar contro l’Arma dei Carabinieri allo scopo di annullare il provvedimento di trasferimento che appare una punizione ingiustificata e illegale – spiega il presidente Carlo Rienzi – non entriamo nel merito della vicenda penale, ma dal punto di vista amministrativo l’allontanamento di Casamassima è un atto abnorme e contrario alle norme: il trasferimento, infatti, doveva essere disposto nei confronti dei suoi superiori e dei colleghi coinvolti nel processo, e non di chi ha fatto solo il proprio dovere raccontando i fatti così come si sono verificati».

Dagli stessi ambienti militari, tuttavia, il trasferimento si giustifica come una misura per proteggere Casamassima da un possibile clima di reazioni che potrebbero alimentarsi nella caserma di appartenenza.