«Come sindaco di Andria devo tutelare la nostra comunità che già accoglie, ad oggi, alcune centinaia di presunti rifugiati presso delle strutture che, ci tengo a precisare, non sono gestite né collegate con l’Amministrazione Comunale. E come sindaco ho il dovere di oppormi a nuovi arrivi in città».

Con questa nota, pubblicata sulla propria pagina Facebook, il primo cittadino esprime grande preoccupazione per quel che concerne l’afflusso di migranti ad Andria.

«Non è possibile continuare, infatti, a chiedere sforzi quotidiani alle comunità con il rischio di creare instabilità sociale e problemi di sicurezza. Dapprima hanno tagliato ingenti risorse finanziarie a disposizione dei Comuni ed ora, senza un piano programmato, serio e concordato, ci investono anche di ulteriori responsabilità, portando le nostre comunità a divenire veri e propri centri di accoglienza senza certezze sui tempi di soggiorno di chi è ospitato tramite cooperative e privati. Tutto ciò non è più tollerabile. Un conto sono l’accoglienza ed il doveroso primo soccorso, altro è invece sfidare il buon senso e la logica, alimentando quello che è stato definito come il “business dell’accoglienza”. Nell’attesa vana che l’Unione Europea offra davvero un aiuto concreto all’Italia, è il momento di alzare la voce. I sindaci rappresentano i cittadini e non possono più stare in silenzio».