Quattordici partite di fila senza vittorie: con il ko casalingo nel derby contro il Foggia la Fidelis Andria ha eguagliato se stessa. O meglio, il suo ruolino di marcia nella stagione 2017/18, quella avviata con Valeriano Loseto in panchina e una squadra molto giovane, con alcuni esordienti nella categoria – su tutti l’attaccante Michele Scaringella – in campo. Allora le 14 partite consecutive senza intascare i tre punti maturarano tra la prima e la quattordicesima giornata, con 10 pareggi e 4 sconfitte a determinare la fine anticipata dell’esperienza dell’allenatore barese in panchina e l’arrivo di Aldo Papagni, gestione nata con il 5-1 sul campo dell’Akragas e conclusa con la salvezza di fine stagione senza dover passare per i playout.

Gli spareggi salvezza ora sono invece il massimo obiettivo raggiungibile per la Fidelis allenata da Bruno Trocini. Che non vince da fine novembre e in questi tre mesi ha anche cambiato allenatore, passando da Doudou all’ex Rende, Virtus Francavilla e Potenza. Il ruolino di marcia dei biancoazzurri è però addirittura lontano anche da quello della Fidelis 2017/18 che non sapeva vincere: questa squadra ha ottenuto sei punti, frutto di altrettanti pareggi, e incassato otto sconfitte. A impressionare negativamente, in particolare, è l’incapacità dell’attacco di pungere: appena tre le reti realizzate in questo parziale, con l’ultima marcatura che risale al 29 gennaio, con il centro del provvisorio 2-1 di Bolsius sul campo del Picerno. Al termine della regular season mancano nove giornate e il penultimo posto, occupato dalla Viterbese, è distante cinque punti. Per questo il match di sabato contro la Gelbison ha tutte le sembianze di un’ultima spiaggia: occorre vincere per continuare a tenere accesa almeno la fiammella della speranza. E per farlo ci si appella anche alla cabala: l’ultima vittoria della Fidelis in campionato è arrivata contro un’altra formazione campana, il Giugliano.