Nessuno sposta dal cantiere la centralina fissa che rileva la qualità dell’aria ed allora ecco il report impietoso dell’ARPA per la città di Andria. Sono già 15, in meno di sette mesi, gli sforamenti al PM10 registrati dalla struttura di monitoraggio posta in via Vaccina all’interno del cantiere di interramento della ferrovia. Difatto, ormai da oltre un anno, la centralina continua a raccogliere ed a trasmettere dati che riguardano essenzialmente il cantiere visto che il traffico veicolare attorno è praticamente nullo. Oltre ai 15 sforamenti si segnalano anche i 20 giorni sin qui registrati in cui, per problemi tecnici, non c’è stata comunicazione del dato sul sito dell’ARPA. Il record assoluto è stato toccato nella giornata del 6 aprile quando si è toccata la concentrazione di 122 microgrammi per metro cubo giornalieri di PM10 rispetto al dato limite consentito per legge e cioè 50. Più volte si sono sforati i 100 con un’esposizione  alle polveri sottili mai raggiunte prima in città. Quello che preoccupa maggiormente è il raffronto con lo storico della centralina: nel 2020 e nel 2019 furono rispettivamente 4 e 7 gli sforamenti registrati. Nel 2018 nuovamente 4 e nel 2016, anno più complesso per la qualità dell’aria ad Andria, furono solo 9 gli sforamenti al PM10.

Da segnalare anche che nel 2021 sono stati quattro gli sforamenti a febbraio 2021 prima dell’avvio delle opere di cantiere e pre scavo a partire da aprile dello stesso anno con nuovi sforamenti importanti verso la fine del mese di giugno sino ai dodici complessivi nell’intero anno. Sono peggiorati nell’ultimo anno e mezzo anche i dati relativi al PM2,5 altro inquinante particolarmente pericoloso per l’ambiente e per l’uomo. A questi che sono dati relativi solo al cantiere di interramento bisogna aggiungere le maggiori concentrazioni di traffico in diverse zone della città a causa delle chiusure degli attraversamenti e le modifiche alla viabilità di cui però c’è minore contezza dei dati. Fortunatamente i 35 sforamenti che per legge non bisogna superare sono ancora distanti anche se il rischio di avvicinarsi a questa quota è plausibile. Il problema è che, come spiegato più volte dall’ARPA Puglia, l’obiettivo è scendere a quella che è l’indicazione dell’OMS e cioè massimo 3 sforamenti all’anno. Che il cantiere sia temporaneo è palese ma che nel corso di questi anni vi sia un maggiore inquinamento dell’aria attorno al cantiere stesso è un aspetto oggettivo con cui bisogna confrontarsi. Di conseguenza la speranza è che la centralina fissa venga spostata magari altrove per tornare a monitorare costantemente il traffico veicolare mentre attorno al cantiere vengano effettuati rilievi magari con centraline mobili dell’ARPA così da poter verificare quando e se sia necessario intervenire per abbassare le polveri sottili.