Riceviamo e pubblichiamo una nota a firma del centrodestra di Andria in consiglio comunale (Gianluca Grumo – Lega, Andrea Barchetta – FdI, Donatella Fracchiolla – Forza Italia, Antonio Scamarcio).

«L’amministrazione Bruno fa sua la cosiddetta “Tari sociale”, che al sociale, tuttavia, poco guarda. In particolare, sono state reintrodotte le esenzioni per i luoghi non strettamente di culto, già proposte dal centro destra, nel luglio dello scorso anno, ma all’epoca rigettate per mancanza di copertura finanziaria e sono state previste ex novo esenzioni per le associazioni di un fantomatico terzo settore, senza chiarimenti che ne definissero meglio i beneficiari. La copertura finanziaria, mancante 10 mesi addietro, dunque, non solo, oggi, pare ci sia per approvare quanto già proposto dal centro destra, ma addirittura sembrerebbe ce ne sia in abbondanza, per estendere l’esenzione anche al terzo settore tutto compreso, con buona pace di chi sino a ieri considerava “inevitabile” il dissesto per la nostra Città! Il capogruppo del PD e una parte del partito del Sindaco mantengono il punto su alcune proposte di emendamenti (talune anche da noi condivisibili, in quanto realmente rispondenti allo spirito della “Tari sociale”) che vanno nella direzione di avvantaggiare nuclei familiari con un ISEE basso e/o con presenza di disabili. Ed in un clima che, anche i muri oramai lo sanno, è di profonde spaccature all’interno della maggioranza, dove molti non riconoscono l’asserita leadership dell’area centrista, ecco che va in scena il solito balletto di comunicati e di dimissioni, di accuse e di controaccuse dentro e fuori dall’aula consiliare.
Fortunatamente, perlomeno, adesso, anche i non addetti ai lavori conoscono quale sia la “vera” unità di una maggioranza che, tra l’altro, era già uscita con le ossa rotta dal penultimo Consiglio Comunale, in seguito al ritiro del Regolamento della zona Pip, che presentava molte zone d’ombra, da noi contestate con la presentazione di diversi emendamenti migliorativi.

Ed alla luce di tutto ciò, cosa fa il sindaco Bruno, per distogliere l’attenzione dalla bomba ad orologeria pronta a scoppiare all’interno della sua coalizione? Si prende, in pompa magna, con dichiarazioni al limite dell’irrealtà, i meriti dell’approvazione del Piano di riequilibrio finanziario rimodulato da parte del Ministero, (mentre la Corte dei Conti deve ancora esprimersi) dopo che l’attuale sindaco e quasi tutto il centro-sinistra, sino all’ultimo momento, volevano dichiarare il dissesto, cioè la morte civile della città di Andria, senza darle l’opportunità di ripartire con un percorso meno traumatico e necessario.
Fortunatamente, la richiesta politicamente insensata di dissesto, da parte del centro-sinistra andriese, non è passata, anche grazie al senso di responsabilità del centro destra che, non senza perplessità nel merito, ha votato compatto, favorevolmente, il piano rimodulato.

Di contro, ciò che volutamente si sottace è che se oggi il sindaco Bruno può trovare visibilità e notorietà su temi come interramento ferroviario e nuovo ospedale, lo si deve al lavoro fatto da altri, in quanto questa Amministrazione, su tali opere, è solo spettatrice, non avendo prodotto alcun atto fondamentale né utile. Eredità del passato è dunque anche questa!

La stessa situazione finanziaria del Comune come affermato in aula, durante la discussione sul piano di rientro, proprio dal capogruppo (ex) del PD, avv. Di Lorenzo – al quale, da avversari, riconosciamo, sempre, una profonda onestà intellettuale – rinviene da errori molto più ancorati al vecchio che al recente passato, con origini certamente anteriori rispetto al 2010.

Oggi più che mai Andria merita serietà! Al sindaco si chiede di trarre le conclusioni nel caso in cui, come è risultato dall’ultimo Consiglio Comunale, la situazione politica all’interno della sua maggioranza, mai solida e compatta sin dalla sua elezione, dovesse continuare ad essere così precaria e confusa. Il centro-destra, allargato a tutte le componenti ad esso vicine, civiche e politiche, dall’altro lato, ha il dovere di tornare a cercare quell’entusiasmo e quella unità di intenti venuta meno nell’ultima campagna elettorale. È necessario fare ammenda degli errori commessi, ma con la forza della consapevolezza di offrire un’alternativa ancora valida al modo di fare politica di questa Amministrazione, nei confronti della quale i cittadini nutrono sempre meno fiducia».