Closeup of unrecognizable caucasian barista making couple of espressos. He's placing cups under portafilter and pressing start button with his other hand. It's state of the art stainless steel espresso machine. Side view.

«A seguito delle ultime disposizioni emanate dal Governo per contrastare l’epidemia in corso, fra gli esercenti di molte città, compreso Andria, si è sviluppato un dibattito circa l’idea di provare a implementare anche da noi l’orario continuato per le attività, come avviene in altre zone d’Italia». Interviene così, in una nota, a firma di Andria Bene in Comune,  in cui si propone di sperimentare l’orario continuato per le attività commerciali della città di Andria.

«Il dibattito ha preso piede soprattutto in seguito all’obbligo per bar e ristoranti di chiudere alle 18:00. Se da un lato infatti, dove è abitudine fare orario continuato, l’apertura di questi esercizi combacia quasi perfettamente con la giornata lavorativa della gran parte dei cittadini – ossia dalle 09:00 alle 18:00, con una pausa pranzo fra le 13:00 e le 15:00 -, dove questa abitudine non c’è, la fascia di attività vera e propria si riduce alla sola mattina. Se di fatto la gran parte delle attività riaprono alle 16:30 o 17:00 e bar e ristoranti chiudono alle 18:00, è chiaro che le ore pomeridiane finiscono per non essere sfruttate.

Per questa ragione riteniamo sia arrivato il momento di sperimentare anche sul nostro territorio cittadino l’orario continuato. Questo porterebbe diversi vantaggi.

– Come abbiamo accennato: le giornate delle attività commerciali sarebbero totalmente compatibili con quelle di bar e ristoranti e con quelle delle altre categorie, cosa che uniformerebbe gli orari, portando benefici generalizzati;

– Incrementerebbe la ristorazione a pranzo, aiutando così le categorie più colpite del DPCM;

– In questo periodo dell’anno si userebbero a pieno le ore di luce della giornata;

– Permetterebbe a tutti gli esercenti di compiere in orari ragionevoli le attività a cui sono obbligati una volta conclusa la giornata di lavoro. Pensiamo ad esempio alle attività di sanificazione, chiusura di cassa, riassetto dei locali.

Esistono, da tempo, alcune categorie ed esercenti che in modo spontaneo applicano l’orario continuato; noi pensiamo che invece un test organico possa aiutare a comprenderne gli effetti prodotti sia sulla qualità della vita dei cittadini, sia sulle opportunità che possiamo cogliere. L’orario continuato potrebbe consentire ai cittadini, tra le altre cose, di diluire l’afflusso dei clienti evitando gli assembramenti, le file d’attesa all’esterno, di fare shopping durante le ore diurne evitando i pomeriggi invernali, e tanto altro che al momento forse ci sfugge.

Potremmo almeno provarci, facendolo per un periodo ben definito, alla fine del quale, assieme alle associazioni di categoria, si potrebbero tirare le somme. Del resto questa pandemia sta cambiando il mondo e potrebbe essere una buona mossa quella di provare a cambiare con lui».