«Pesante caduta di stile dell’amministrazione Giorgino in consiglio comunale: dopo aver approvato il DUP con 15 voti favorevoli e 3 astensioni (Marmo, Lorusso, e Nespoli), quindi dopo aver acclarato di non avere i numeri utili a licenziare il bilancio, per la cui approvazione è richiesta la maggioranza “speciale” di 17 voti favorevoli, il centro-destra giorginiano chiede la sospensione dei lavori consigliari per 10 minuti (che poi diventano 33 circa) e, una volta tornato in aula su nostra pressione, pur di non avviare la discussione sul bilancio preventivo, chiede l’anticipazione della delibera di regolamento del contenzioso tributario, motivandola con l’urgenza! E dov’era l’urgenza, visto che l’assessore, con fare irriverente, si è attardato a leggere parola per parola il regolamento sotteso alla delibera, pur di perdere tempo e far decorrere la mezzanotte (tempo utile per avviare la discussione sul bilancio di previsione)?». Interviene così, in una nota, Giovanna Bruno consigliere comunale di Progetto Andria.

«È stata una vergogna – si legge -. Una mancanza di rispetto assoluto per la città. Tanto più che a fare tutti questi giochetti non è stato direttamente il sindaco, che ha pensato bene di non ripresentarsi più in aula dopo la sospensione, senza alcuna giustificazione, ma i suoi faccendieri, tutti presi dal mandarsi messaggi sul cosa fare. Davvero una caduta di stile, che non è finita qui. Infatti la delibera anticipata, è stata in ultimo finanche ritirata dall’assessore (con la contrarietà dell’ufficio che l’ha proposta), dopo essersi reso conto che nessuno della maggioranza l’avrebbe votata, quindi nemmeno gli stessi giorginiani della prima e dell’ultima ora. Insomma, una figura evitabile, se solo si fosse avuto il coraggio di prendere atto che una maggioranza politica non esiste più (questo è!) è che la città merita finalmente di leggere la parola FINE su questo copione triste che va in scena da 9 anni a questa parte. Non c’è molto da pensare: o il sindaco si dimette (come ha sempre garantito che avrebbe fatto qualora avesse verificato di non avere più i numeri per governare), o la maggioranza critica gli boccia il bilancio (quando, tra venti giorni, dopo la diffida del prefetto, si tornerà in aula), oppure i dissidenti di maggioranza uniscono le loro firme alle nostre, per sfiduciare il primo cittadino. Non c’è altro. Speriamo ci venga risparmiata la solita tiritera di rimpasto di giunta o di promesse e falsi accordi per accontentare qualcuno e ricomporre un quadro amministrativo che, numeri alla mano, ha cessato di esistere. Andria merita altro. In primis una classe politica capace di affrontare e risolvere, pian pianino, i tanti problemi creati in 9 anni di governo Giorgino».