La segretaria del Partito Democratico di Andria, Maria Carbone, in vista del referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre ha voluto mettere in chiaro la posizione del gruppo democratico cittadino.

«Tanto si è parlato delle Province e della loro presunta abolizione soprattutto nelle ultime settimane, in concomitanza con l’appuntamento elettorale del 9 ottobre che ha celebrato l’elezione del nuovo Consiglio Provinciale della Bat. Una elezione alla quale i consiglieri comunali del PD di Andria non hanno partecipato per scelte condivise appieno dalla segreteria cittadina e che ha visto come vincitore l’unico candidato alla Presidenza, il sindaco di Andria Giorgino. Di fronte a tanto dire, cerchiamo di fare un po’ di chiarezza! La Legge Delrio che ridisegna i confini e le competenze dell’amministrazione locale, non ha abolito le province in quanto queste sono organi a rilevanza costituzionale e quindi possono essere abolite solo attraverso un procedimento di revisione costituzionale previsto all’Art.138 della Costituzione. Con la legge Delrio, invece, sono state riformate le competenze delle province ed è stata scelta l’elezione indiretta dei rappresentanti istituzionali nelle stesse. I tagli di spesa effettuati sono stati considerevoli dal momento che sono stati tagliati i costi di 86 presidenti, 700 assessori e 2.700 consiglieri provinciali che prima venivano pagati con un risparmio iniziale derivante dall’applicazione della legge stimato in 110 milioni di euro l’anno solo di gettoni di presenza. Con il referendum del prossimo 4 dicembre che prevede anche la riforma del Titolo V della Costituzione, andando ad esprimere un parere sulla legge di revisione della Costituzione, si potranno abolire completamente le province votando Si. Questa la premessa generale, ma veniamo alla situazione locale. Appena proclamato Presidente della Bat, il sindaco di Andria, Giorgino, come primo atto del suo mandato ha firmato un decreto che conferma la nomina a Segretario Generale della Provincia della dott.ssa De Filippo alla quale vengono assegnate funzioni aggiuntive con una maggiorazione del 50% della retribuzione che così dovrebbe aggirarsi presumibilmente attorno a 120.000 euro l’anno. Che dire, un inizio col botto! Forse non ci sarebbe neanche bisogno di commentare ulteriormente. Ricordiamo che, quando alla dott.ssa De Filippo è stato assegnato per la prima volta l’incarico, la Provincia era un Ente di primo livello con competenze di gran lunga maggiori di quelle che si ritrova ad avere ora come Ente di secondo livello, oltre al fatto che riteniamo che le funzioni aggiuntive attribuite alla dirigente sono talmente minime da non giustificare questo considerevole aumento di retribuzione. Di fronte ad un Ente di secondo livello, in gran parte svuotato di poteri e risorse economiche, questa assegnazione di funzioni aggiuntive appare del tutto fuori luogo ma, soprattutto, va assolutamente stigmatizzata questa scelta di maggior impegno di spesa in un periodo di estrema crisi economica in cui scarseggiano risorse persino per interventi di primaria importanza quali possono essere quelli di edilizia scolastica o di messa in sicurezza di strade di competenza provinciale. Verrebbe da dire: se il buongiorno si vede dal mattino c’è solo da sperare che con il prossimo appuntamento referendario le Province vengano abolite del tutto».