«Alternativa comunista esprime la propria solidarietà militante ai migranti sgomberati per ordine del comune di Andria in contrada Montefaraone. Troviamo inammissibile un atto di violenza simile nei confronti di lavoratori a cui non solo è negato dalla legge il diritto ad essere parte di una comunità reale (vedi leggi Bossi-Fini e Turco-Napolitano che ricattano i migranti con il permesso di soggiorno al fine di renderli più sfruttabili sul lavoro), ma ai quali si nega addirittura la dignità di avere un precario tetto sulla testa». Non usa mezzi termini, dopo lo sgombero degli scorsi giorni, Riccardo Stefano D’Ercole coordinatore provinciale di Alternativa Comunista.
«Questo è un attacco diretto a quei lavoratori migranti – dice D’Ercole – sul cui sfruttamento nelle campagne si regge il profitto dei grossi imprenditori agricoli. Qugli stessi migranti utilizzati come bestie da soma per i lavori più duri spesso pagati male e poco e su cui pesa il giogo della discriminazione e dell’esclusione sociale. Siamo vicini a quei lavoratori, non staremo a guardare e lanciamo un appello alla mobilitazione collettiva per ripensare una società inclusiva e solidale e rigettando questi attacchi vergognosi e repressivi elogiati addirittura dal leghista Salvini che già contestavamo quando è venuto a proporci il modello “ruspa” in una Puglia e in un’Andria che non vuole che il razzismo e gli sgomberi la facciano da padrone. Questo evento costituisce l’ennesimo atto aggressivo che mostra i paradossi della nostra società in cui si lascia che i profitti di pochi vengano realizzati sulle spalle dei molti e dei più deboli; in cui case sfitte vengono lasciate vuote in modo che i prezzi salgano e non vengono consegnate a chi ne ha bisogno; una società in cui la chiesa si frega le mani intravedendo finanziamenti da attingere dalle politiche di “inclusione” e di accoglienza. Ci appelliamo – conclude D’Ercole – a tutte quelle forze e quei soggetti che vogliono costruire un percorso comune di mobilitazione che coinvolga i migranti e i lavoratori colpiti da questo vile attacco delle istituzioni e crediamo che sia possibile lavorare nella direzione della dignità, del lavoro e dell’inclusione più che sull’attuale sfruttamento».