«Cosa avrebbe pensato o detto Don Bosco riguardo un Centro di Aggregazione realizzato, inaugurato e mai utilizzato da ormai nove mesi? Quali parole avrebbe utilizzato per descrivere una situazione surreale, dove i giovani giocano e tentano di aggregarsi al di fuori di un inaccessibile centro di aggregazione? Quale reazione avrebbe avuto nei confronti di un’Amministrazione che in tutta fretta ha ultimato i lavori, tagliato il nastro tricolore alla presenza di tanti giovani speranzosi e poi reso inutilizzabile la struttura? A queste domande non seguiranno risposte, ma una società civile non può e non deve restare inerme ancora una volta».

Sono le domande che si sono posti Lista Emiliano, Progetto Andria e Lista Fortunato per Andria, minoranze a Palazzo di Città, sul Centro di Aggregazione “Fornaci” che da circa 9 mesi attende una risoluzione della problematica che non ne consente l’apertura: «Non ce ne vogliate: abbiamo a cuore i giovani. “Due sono i sistemi in ogni tempo usati nella educazione della gioventù: Preventivo e Repressivo. Il sistema Repressivo consiste nel far conoscere la legge ai sudditi, poscia sorvegliare per conoscerne i trasgressori ed infliggere, ove sia d’uopo, il meritato castigo. (…) Questo sistema è facile, meno faticoso e giova specialmente nella milizia e in generale tra le persone adulte ed assennate, che devono da se stesse essere in grado di sapere e ricordare ciò che è conforme alle regole. Diverso (…) è il sistema Preventivo. Esso consiste nel far conoscere le prescrizioni e i regolamenti di un Istituto e poi sorvegliare in guisa, che gli allievi abbiano sempre sopra di loro l’occhio vigile del Direttore o degli assistenti, che come padri amorosi parlino, servano di guida ad ogni evento, diano consigli ed amorevolmente correggano, che è quanto dire: mettere gli allievi nella impossibilità di commettere mancanze. Questo sistema si appoggia tutto sopra la ragione, la religione, e sopra l’amorevolezza; perciò esclude ogni castigo violento e cerca di tenere lontano gli stessi leggeri castighi”».

Le parole usate sono quelle proprio di Don Bosco mentre lo sprone è della politica: «È necessario agire, dare alla comunità cittadina ciò che si è spregiudicatamente promesso in campagna elettorale e spazzare via l’aria di rassegnazione che ormai da troppo tempo angoscia le  Parrocchie Madonna di Pompei e Gesù Crocifisso – scrivono dalle tre liste di centrosinistra – Auspichiamo di poter vedere, il prima possibile, i nostri figli in un luogo capace di offrire un’autentica educazione umana, “caratterizzato per un protagonismo giovanile ed una realizzazione personale così significativa da renderlo un ambiente di riferimento e di irradiazione per i giovani del territorio».