E’ trascorso esattamente un anno da quel tragico pomeriggio nell’abitazione nei pressi della ex Sp231 sulla Andria-Corato dove fu uccisa a coltellate la 42enne Vincenza Angrisano. Era il tardo pomeriggio del 28 novembre quando arrivò la chiamata al numero di emergenza da parte del marito della donna Luigi Leonetti che ammise praticamente già al telefono le sue responsabilità. Oggi, quasi un segno del destino, si è tornati in aula a distanza di circa un mese dalla precedente udienza davanti al tribunale di Trani dove si sta celebrando il processo di primo grado.

Il marito della donna, secondo le indagini coordinate dalla Procura di Trani, avrebbe ucciso sua moglie al culmine dell’ennesima lite a causa della gelosia. Gravi le accuse a suo carico che deve rispondere di omicidio volontario con le aggravanti della premeditazione, dei futili motivi e di aver commesso il fatto davanti ai figli minori della coppia, all’epoca dei fatti di 6 e 12 anni. Davanti al collegio giudicante tranese si è continuata l’escussione dei testi, undici nel complesso quelli che saranno ascoltati nel corso del processo, oltre all’analisi di prove raccolte per ricostruire nei minimi dettagli una vicenda che ha segnato per sempre la comunità andriese ma soprattutto i familiari della donna ed i due figli della coppia. L’uomo è invece rinchiuso in carcere e per lui c’è anche un richiesta risarcitoria da 2,5 milioni di euro per le parti civili costituite.