Maggio come il mese che definirà il presente e orienterà il futuro. Ne sono convinti gli addetti ai lavori che gravitano intorno alla Fidelis Andria, ne è sicuro e lo ha ribadito ai microfoni di Telesveva in settimana anche l’amministratore delegato del club andriese, Pietro Lamorte, che si è assunto intanto la piena responsabilità del risultato sportivo, coincidente con la retrocessione in Seire D. La certezza è in una trattativa con l’advisor Merger, che ha presentato al club biancoazzurro un imprenditore interessato alla causa e con radici negli Stati Uniti d’America. Il dialogo, in corso da diverse settimane non ha portato al closing e nei piani di Lamorte c’è una deadline per la definizione, in positivo o in negativo, della trattativa. Quella che è stata assegnata alla Fidelis è una valutazione definita “importante” e comporterebbe l’acquisizione sia della debitoria erariale che di quella riguardante gli ultimi stipendi.
Non negano, dalle stanze dei bottoni della Fidelis, l’esistenza di trattative avviate quando la squadra era ancora in corsa per la salvezza ma che contemplavano anche la nefasta prospettiva della Serie D. E non manca un piano B. Che passa per l’iscrizione al prossimo campionato di D attraverso il supporto di un territorio che ha dato già segnali di fiducia e che potrebbe supportare gli attuali soci nell’estinzione della debitoria. Quello di territorio è un concetto che include abbonati, pubblico, sponsor e istituzioni. Tutti convocati per garantire un futuro agonistico alla Fidelis. Con un patrimonio umano, quello di una tifoseria da Serie B – per usare le parole dello stesso Lamorte – da tutelare e preservare.