Per stare 10 minuti in compagnia della ragazzina, gli uomini pagavano 100 euro. Per un’ora di sesso, il prezzo saliva a 500. Riceveva in media, quotidianamente, una quindicina di clienti, arrivando ad incassare fino a 9mila euro al giorno. Soldi che la giovane però non avrebbe mai visto.

Sono dettagli squallidi quelli che emergono dalla vicenda della 17enne andriese, sequestrata, picchiata e minacciata con una pistola, per essersi ribellata agli aguzzini che la facevano prostituire. Quattro le persone arrestate dai Carabinieri a seguito della denuncia sporta dalla ragazza: due sorelle gemelle di 23 anni di Toritto; una 33enne di Bari e un 26enne di Maglie. Sono accusati, a vario titolo, di lesioni personali, sequestro di persona, rapina, tentata estorsione e porto abusivo di arma.

Nomi, luoghi e particolari della vicenda sono riportati in un’ordinanza di custodia cautelare firmata dal Gip del Tribunale di Trani, Anna Lidia Corvino. È la stessa vittima, nella denuncia, a ricostruire la storia di sfruttamento e di abusi della quale, suo malgrado, è diventata protagonista. Tutto comincia nel marzo scorso, quando la minorenne incontra, in un locale di Bisceglie una ragazza che, dopo averle fatto apprezzamenti per il suo aspetto fisico, le propone di lavorare per lei, ballando e facendo compagnia ai clienti nei privè delle discoteche, in cambio di 500 euro a serata. Ma il lavoro di “intrattenitrice” si sarebbe trasformato presto in qualcosa di diverso per la ragazzina, costretta ad avere rapporti sessuali con uomini attirati medianti annunci sul web. Un giro di prostituzione – in base al racconto della minorenne – del quale facevano parte anche altre ragazze, tra le quali le gemelle di Toritto. Gli incontri a luci rosse avvenivano in varie località della Puglia e anche a Milano.

È proprio nella capitale meneghina che la ragazza, l’11 maggio scorso, presenta la sua prima denuncia ai Carabinieri, raccontando quanto accaduto. Un tentativo di ribellione che la giovane pagherà a caro prezzo la sera del 15 maggio quando i quattro arrestati, in compagnia di altri due persone, l’avrebbero raggiunta ad Andria massacrandola di botte, e trascinandola a bordo di un’auto. Qui la 17enne sarebbe stata ferita ad un occhio con un coltello e minacciata con una pistola: l’avrebbero uccisa se non fosse tornata a lavorare per loro. Nonostante le percosse subite, la minorenne riuscì a divincolarsi e a fuggire, per poi essere soccorsa da un passante e accompagnata all’ospedale “Bonomo”. Una seconda denuncia della ragazza ha fatto scattare le indagini dei Carabinieri, conclusesi con il provvedimento cautelare. I quattro saranno ascoltati, nei prossimi giorni, nel corso degli interrogatori di garanzia.