Con 22 voti è stato eletto presidente dei revisori dei conti del comune di Andria il dottor Cosimo Cafagna. È questo il principale risultato del consiglio comunale di giovedì, convocato a distanza di circa due mesi e mezzo dall’ultima riunione. Nonostante l’ampio risultato del voto a scrutinio segreto che ha consegnato la nomina con un numero di voti che va ben oltre quelli della maggioranza, le tensioni non sono mancate tra i consiglieri che sostengono l’amministrazione guidata da Giovanna Bruno. Al nome del dottor Cafagna, ex presidente dell’Associazione Nazione Tributaristi Italiani-sezione di Bari, balzato agli onori delle cronache negli anni scorsi perché coinvolto nella famosa inchiesta dal nome inequivocabile “gibbanza” su presunte sentenze tributarie pilotate che lo ha visto condannato in primo grado e assolto in appello secondo la formula “il fatto non sussiste”, si è giunti selezionando i curricula di 65 professionisti che hanno presentato la candidatura. Eliminati in sei per mancanza di requisiti, tra i curricula che potevano soddisfare le esigenze della maggioranza si è fatto il nome del dottor Pedone, già dirigente presso il comune di Bisceglie e sub-commissario ad Andria sotto la guida del commissario straordinario Tufariello. Ma sul nome di Pedone, molto gradito al sindaco Bruno e alla sua area politica, si è registrato il veto del partito democratico. Le minoranze hanno lamentato il mancato coinvolgimento per un accordo su un ruolo di garanzia e, forse per questo, l’opposizione civica di Del Giudice, Fisfola e Marmo ha provato a insinuarsi nella spaccatura della maggioranza dichiarando il voto per Pedone. Ma il nome di Cafagna era ormai in cassaforte come ha poi rivelato l’esito del voto: ai numeri della maggioranza si sono aggiunti altri due consensi. Si è concluso così il consiglio di giovedì che, prima di questo punto, aveva discusso e approvato il bilancio consolidato, la modifica degli schemi del programma triennale dei lavori pubblici e del programma biennale degli acquisti di beni e servizi, una variazione al bilancio triennale e il documento unico di programmazione: tutti punti approvati senza patemi per la maggioranza ma che hanno fatto emergere alcune curiosità: i finanziamenti persi per il mancato invio di un file, denuncia fatta dal consigliere del giudice a febbraio, non sono stati recuperati a settembre come aveva paventato l’amministrazione. Alle richieste di chiarimenti pervenute dal consigliere Grumo il sindaco Bruno ha risposto spiegando le difficoltà di riattivare l’unico asilo nido comunale mentre sarebbe in stato più avanzato l’iter per ripristinare la piscina comunale. Sull’esorbitante costo della mensa scolastica c’è interlocuzione con la regione per cercare di abbassare l’importo di quasi sei euro a pasto. In stato avanzato, secondo il sindaco Bruno i ristori per le gelate anche se, come ha fatto rilevare la consigliere Fracchiolla, il Dup riporta ancora le stesse diciture del 2019. L’implementazione del personale della macchina comunale è ancora lontana e il consigliere nino marmo legge tra le righe la volontà dell’amministrazione bruno di esternalizzare la riscossione tributi, argomento che segnò la spaccatura con Giorgino. Non aumenterà la Tassa rifiuti ha assicurato il primo cittadino. La previsione di maggiori entrate è sulle multe stradali: la media degli ultimi anni è inferiore al milione e mezzo ma nel 2022 l’amministrazione conta di incassare due milioni e ottocentomila euro.