In una nota del Presidente del Gruppo consiliare di Forza Italia, Nino Marmo parla della crisi della Banca Popolare di Bari.

«La grave situazione della Banca Popolare di Bari ha causato e sta causando danni enormi alle tante famiglie di risparmiatori e alle aziende del territorio pugliese. Una crisi che merita risposte concrete da parte delle Istituzioni, al di là dei doverosi attestati di solidarietà. Per questo il Gruppo Forza Italia ha sostenuto senza alcun dubbio la mozione, primo firmatario il Presidente del Consiglio Mario Loizzo, che invita i commissari nominati dalla Banca d’Italia a sostenere il credito sano alle imprese e soprattutto chiede al Parlamento di tener conto, già nella conversione del decreto-legge di sostegno al sistema creditizio del Mezzogiorno, dei risultati delle indagini Consob e della sentenza della Corte di Appello di Bari, che ha accertato la grave violazione delle norme a tutela del risparmio. La mozione inoltre si propone di predisporre risarcimenti automatici per le persone fisiche danneggiate e di avviare percorsi rapidi di definizione conciliativa; impegna, inoltre, il Governo regionale a costituire entro un mese una Commissione Tecnica sulla tutela del risparmio in Puglia, per verificare se, nei casi di vendita di titoli illiquidi, siano state rispettate le procedure imposte dalla Consob fino dal 2009. Riteniamo che in occasione di eventi così gravi non ci possano essere logiche di appartenenza politica ma che sia necessario, tutti insieme, pensare al bene dei pugliesi e dell’intera Regione. Il Consiglio Regionale, approvando all’unanimità la mozione ha dato oggi una bella dimostrazione di maturità. Adesso ci aspettiamo che questa mozione produca i primi risultati tangibili e che il governo nazionale, quello regionale e il Parlamento diano concreta attuazione a quanto previsto dalla mozione. Sulla Banca Popolare di Bari le varie autorità competenti svolgeranno le loro indagini e verrà stabilità la verità, si spera nel più breve tempo possibile, ma nel frattempo è assolutamente necessario che a pagare per quanto accaduto non siano i pugliesi».