Ha negato di aver avuto con se un coltello, ha negato di aver sferrato il fendente mortale che è costato la vita al 28enne gianni di Vito davanti agli occhi della moglie e del figlio di soli cinque anni. Celeste Troia, cinquantenne andriese già noto alle forze dell’ordine, non ha potuto negare la colluttazione avvenuta intorno alle 19 in via Puccini ad Andria con l’uomo che ieri sera ha perso la vita perché trafitto da un corpo contundente all’altezza del petto che gli ha reciso l’aorta.

Accusato dalla polizia di essere l’omicida non pare avere ancora preso coscienza della gravità di quanto accaduto in quella colluttazione e si è trincerato dietro una dicharazione che non appare credibile agli occhi di chi conduce le indagini. Che per ora preferiscono dunque rimandare un secondo interrogatorio del sospettato e concentrare le indagini su elementi testimoniali diversi. La polizia ha acquisito già dalla tarda serata di ieri le immagini degli impianti di videosorveglianza che potrebbero mostrare gli attimi che hanno portato all’omicidio nato da un diverbio per una mancata precedenza. Il delitto è avvenuto per giunta davanti a numerosi testimoni che ancora in queste ore vengono ascoltati dagli inquirenti. Le testimonianze sembrano coincidere e confermare che il primo ad aggredire sia stato proprio Giovanni Di Vito che avrebbe colpito con diversi pugni il celeste troia: poi un contatto ravvicinato tra i due in cui Di Vito ha avuto la peggio forse colpito da un cacciavite, un punteruolo o comunque un oggetto contundente: sarà l’autopsia a chiarirlo.

Tra gli elementi acquisiti dalla polizia ci sarebbe anche un audio whatsapp inviato da uno dei testimoni oculari a suoi amici e che ha conosciuto poi una diffusione virale.