Di seguito, ecco una riflessione da parte di Roberta, un’adolescente che frequenta il secondo anno del liceo linguistico “Carlo Troya”. Riflessioni che lasciano ben sperare per il futuro, in quanto si rileva che vi sono tanti ragazzi che nonostante la loro tenera età, hanno una grande coscienza sociale, da essere d’insegnamento a tanti adulti di oggi.

 

«Oggi, 27 Gennaio, ricorre il diciottesimo anno di celebrazione della giornata della memoria, istituita per ricordare quell’anno, quel 1945, quando le truppe dell’ armata rossa liberarono il campo di sterminio di Auschwitz. Abbattere quel cancello ha significato svelare al mondo l’inferno che si nascondeva dietro la scritta «Arbeit macht frei» (Il lavoro rende liberi). Oggi, ricordare significa negare i concetti di razza inferiore, di non uguaglianza.

Shoah, olocausto, sterminio, bastano poche parole per riportare alla luce una serie di immagini tragiche che hanno segnato di nero la storia di tutta l’umanità.

“Ci toglieranno anche il nome: e se vorremmo conservarlo, dovremo trovare in noi la forza di farlo, di far sì che dietro al nome, qualcosa ancora di noi, di noi quali eravamo rimanga “  ecco le parole di Primo Levi, poche righe per descrivere ciò che è accaduto.

Oggi nelle scuole, in tv, si sente parlare di Olocausto, attraverso film, libri, interviste….

Quest’anno il Ministero ha proposto un cartone animato “La stella di Andra e Tati”, primo cartone europeo che affronta una tematica delicata come quella della Shoah e racconta la storia realmente accaduta ad Alessandra e Tatiana Bucci, due sorelle che nel 1944 vennero deportate nel campo di sterminio di Auschwitz. Insieme a loro c’erano  la madre, la nonna, il cugino Sergio e la zia. Ancora oggi Andra e Tati portano sul  braccio il loro “nome” nel campo di concentramento, un segno che non è andato via dal loro braccio ma soprattutto che rimarrà scolpito nelle loro menti e nelle loro anime.

Tutto quello che possediamo oggi ci sembra  scontato e non pensiamo che ci siano state persone che hanno lottato e addirittura  sono morte per conquistare tutto ciò (libertà di parola, pensiero, opinione, uguaglianza tra le razze  …). Durante il periodo del regime i cittadini dipendevano dal regime, non avevano libertà di parola, non potevano esprimere il loro pensiero o la propria opinione e non avevano la  libertà di scegliere ciò che era giusto e cosa no.

Ecco perché la memoria  è importante, la memoria è un dovere per noi, nuova generazione, i più grandi devono trasmetterci la consapevolezza e la conoscenza del passato per far sì che non accada più.

Spetta alle famiglie, alle scuole, coltivare in noi il rispetto della dignità per ogni essere umano, ma spetta anche a noi ragazzi, ricordare, informarci, leggere perché possiamo diventare persone consapevoli.

Anche Liliana Segre, un’altra testimone della Shoah, è stata  nominata senatrice a vita lo scorso anno; in una intervista ha  affermato:” Il 5 settembre 1938 ho smesso di essere una bambina …” per farci capire quanto è stato straziante vivere, se così possiamo dire, nei campi di concentramento, per comprendere quante vite sono state strappate come coperte facendo sentire “al gelo” milioni di persone completamente  innocenti.

Tutto ciò però ci sembra così folle, ma  in un attimo potrebbe ritornare attuale, in modo diverso ma potrebbe tornare: noi che siamo minacciati dall’Isis, ci sentiamo minacciati dai terroristi, noi che se non siamo omologati  siamo diversi, ditemi, abbiamo imparato la lezione?

L’ olocausto è una pagina nera dell’ umanità, una pagina da cui non dovremmo mai togliere il segnalibro della vita!(Primo Levi)

Concludendo, le parole di papa Francesco  ci danno un monito: ”Auschwitz grida il dolore di una sofferenza immane e invoca un futuro di rispetto, pace e incontro tra i popoli».