E’ di due condanne per estorsione aggravata in concorso a 3 anni e 4 mesi di reclusione la sentenza del Tribunale di Trani rispetto ad una vicenda ormai di diversi anni fa ma che riempì le cronache giornalistiche tra la fine del 2013 ed inizio 2014. Stiamo parlando del Dog’s Hostel, il canile privato in territorio di Trani gestito dalla famiglia Malcangi, e le presunte minacce ricevute da alcuni esponenti della Lega Nazionale Difesa del Cane sul territorio. Il Tribunale ha condannato sia Antonio Rossini che Giuseppina Scuotto, come detto, a 3 anni e 4 mesi oltre ad 800 euro di multa e delle spese processuali per il reato di estorsione aggravata in concorso. E’ andato in prescrizione, invece, l’altro reato per il quale erano imputati i due e cioè la turbata libertà degli incanti. Per le parti civili, costituitesi, e cioè Vito Malcangi e Mirko Malcangi, vi sarà anche un risarcimento del danno. Per Rossini e Scuotto, infine, l’assoluzione, invece, per la turbata libertà degli incanti in riferimento alla gara per l’affidamento del servizio e ricovero di 450 cani della Città di Andria.

La sentenza di primo grado dell’11 luglio scorso arriva al termine di una vicenda iniziata nel lontano 2009 e che trovò il suo apice proprio a fine 2013 quando il canile Dog’s Hostel arrivò all’attenzione delle cronache nazionali dopo un servizio del programma “Striscia la notizia”. Durante quel video, furono evidenziate le insufficienti condizioni igieniche degli animali ricoverati. In seguito, la struttura fu sottoposta a sequestro ed affidata alla gestione di alcune associazioni animaliste. E furono proprio i propietari del canile, la Vito e Mirko Malcangi, a decidere di denunciare alcuni rappresentanti della Lega Nazionale Difesa del Cane rei di ripetuti atti “minatori e comportamenti coercitivi – come da contenuto della denuncia – a partire dal 2009”. La denuncia fu depositata nei primi giorni di dicembre e conteneva una dettagliata cronistoria documentata con registrazioni audio di intercettazioni ambientali (dialoghi tra le parti) e carte specifiche. Il racconto partiva proprio dal 2009 quando il Comune di Ruvo avviò le procedure selettive per 250 posti per i cani randagi. Poi le diverse visite nel canile dei rappresentanti della Lega del Cane e la rinuncia dei proprietari del Dog’s Hostel nonostante l’aggiudicazione. Il servizio televisivo, il sequestro ed il dissequestro sino alla clamorosa protesta sul campanile della Cattedrale di Trani da parte di uno dei proprietari, sino alla prima sentenza su questa vicenda degli scorsi giorni. Per il sequestro della struttura, da parte delle autorità preposta, resta tuttavia in piedi sempre presso il Tribunale di Trani un altro procedimento a carico degli stessi proprietari.