«Il presidente Emiliano era stato chiaro: nessun magheggio in fase di tesseramento, riusciremo a superare la soglia del 5% con le nostre forze durante le convenzioni, poi ci giochiamo la partita vera nelle primarie aperte il 30 aprile. Così è stato, Emiliano ce l’ha fatta e sarà della partita».

Commentano così i referenti del comitato provinciale Bat a sostegno di Emiliano segretario del PD, i risultati arrivati nella serata di ieri a seguito delle convenzioni, ossia le primarie riservate solo ai tesserati del Partito Democratico. Emiliano ha raccolto il 6,4% dei consensi a livello nazionale; il 42,8% in Puglia, battendo Renzi fermo al 40,4%; poi, in tutto, 1618 voti nella Bat, 400 voti in più rispetto a quelli ottenuti dall’ex premier (1215 per lui).

«È un risultato per cui ci sentiamo di ringraziare di cuore chiunque si sia speso ed abbia lavorato. Ed è un risultato di cui essere più che soddisfatti per diverse ragioni» fanno sapere dal comitato. «Emiliano si è conquistato il diritto a correre per la segreteria nazionale senza che la sua linea fosse radicata in grosse aree soprattutto del Nord Italia: l’annuncio della sua candidatura risale solo a un mese fa. Emiliano ha vinto poi in Puglia e nella Bat nonostante avesse contro molti rappresentanti regionali di spicco del partito, e nonostante si sia rifiutato categoricamente di ricorrere al vecchio e triste giochino del tesseramento indiscriminato. Non ci stiamo inventando niente, i casi sono ben noti e risaputi».

«Del resto per uno che vuole rinnovare il partito, e con esso l’Italia, sarebbe stato quantomeno incoerente scegliere di farsi eleggere con metodi che ricordano la peggiore Prima Repubblica – spiegano i coordinatori. «Abbiamo rischiato, certo, e soprattutto all’inizio i dati non erano incoraggianti. Ma tenendo duro, come fa chi crede in un’idea, ce l’abbiamo fatta. Adesso sappiamo che chi ha votato Emiliano lo ha fatto semplicemente perché condivide la sua mozione, e si fida dell’uomo, avendolo visto all’opera come magistrato, sindaco e presidente di regione. Questo ci da una consapevolezza ed una convinzione con cui nessun numero di tessere può competere».

«Ora ci sarà da rimboccarsi le maniche perché il 30 aprile il confronto sarà con il paese reale, non con le sedi di partito» conclude la nota. «Noi siamo pronti da un pezzo e chiediamo di unirsi a noi a chiunque pensi che il primo segretario meridionale della storia del PD sia un’occasione da sfruttare per rilanciare il nostro Mezzogiorno, dunque l’Italia. Ieri sera il presidente Emiliano ci ha scritto così: “A mani nude abbiamo fermato il vento. Adesso andiamo a prenderci il PD. Siamo l’unica possibilità di questo paese meraviglioso. Michele”. Possiamo essere il perno del cambiamento per il paese che verrà, e la nostra corsa è appena cominciata».