Dopo l’intervento del governatore pugliese Emiliano che aveva addebitato tutte le responsabilità della tragedia dello scorso 12 luglio a Ferrotramviaria perchè non avrebbe speso i soldi ricevuti per installare il sistema di controllo marcia-treno, la Procura di Trani con a capo il dott. Francesco Giannella ha preferito non commentare e continuare a lavorare in silenzio.

Dalle analisi dei documenti acquisiti dagli inquirenti i lavori sulla tratta delle ferrovie del nord-barese sono sempre stati oggetto di scelte condivise tra Regione Puglia e Ferrotramviaria per quanto riguarda l’accesso ai finanziamenti pubblici. Al momento sono sei gli indagati ma potrebbero aumentare nei prossimi giorni.

Sulla questione sono intervenuti anche la consigliera regionale Grazia Di Bari e il deputato alla Camera Giuseppe D’Ambrosio del M5S.

«Sia Ferrotramviaria che il Presidente Emiliano – dichiarano – sembrano “dimenticare” diversi aspetti. Il cronoprogramma di Ferrotramviaria prevedeva il completamento del Grande progetto della Bari Nord, che riguardava anche la tratta Andria-Corato dov’è avvenuto l’incidente, compresi i relativi lavori di raddoppio e sicurezza da Ruvo a Barletta, da concludere entro e non oltre il 31/12/15. I lavori non sono terminati e le responsabilità sono da suddividere principalmente tra Regione, Comuni e Ferrotramviaria. I cinquestelle proseguono intervenendo in merito alla nota prot. 922 del 10/06/14, attraverso la quale l’azienda ha presentato istanza di finanziamento per un importo di 6,6 milioni di euro per la realizzazione di impianti di segnalamento e sicurezza nella stazione di Bitonto, unitamente alla realizzazione di impianti di sicurezza SCMT di bordo e di terra nelle tratte ancora sprovviste. Fondi che le venivano assegnati con la Deliberazione di Giunta Regionale n. 547/2014, per “interventi di sicurezza ferroviaria di bordo e di terra”, per un totale di 20,5 milioni di euro. Fondi che dovevano adeguare – proseguono Di Bari e D’Ambrosio – le reti regionali ai sistemi di sicurezza della rete RFI, obbligatorio per legge visto il collegamento con l’aeroporto, ma che, a questo punto, non sappiamo come e dove siano stati utilizzati. Infine, il raddoppio del binario Andria-Corato non solo si sarebbe dovuto completare entro il 30/6/2015 ma, come si legge nel DGR 1450/2014, da una serie di incontri tenuti con il beneficiario è risultato che l’acquisizione dei pareri richiesti dalle norme vigenti, ivi compresi gli adempimenti a cura delle amministrazioni locali interessate dal suddetto intervento, ha determinato un allungamento imprevisto dei tempi. Questo ha comportato lo “spacchettamento” del raddoppio in 2 lotti, da completarsi con tempistiche e fondi europei diversi, salvo poi scoprire ad agosto 2015 dall’Assessore ai trasporti Giovanni Giannini, che tutto il raddoppio della tratta Andria-Corato sarebbe stato spostato nella nuova programmazione di fondi europei (2014-2020), con ulteriore slittamento dei tempi. Come se non bastasse – incalzano i pentastellati – la gara d’appalto per i lavori del raddoppio che è stata pubblicata il 19/4/16, ha visto una beffarda proroga della chiusura dal 1 al 19 luglio. Quindi – concludono – il balletto del rimbalzo delle responsabilità tra Regione, Ferrotramviaria e Comuni ce lo possono risparmiare. Sono tutti sullo stesso carro».