«La furia devastatrice delle orde di ungulati nelle nostre campagne, continua ed aumenta mentre la nostra Regione continua a rimanere indifferente, nonostante le diverse sollecitazioni inoltrate allo stesso Emiliano non appena  insediatosi, dopo il nulla di Vendola. Intanto mentre si approssima l’avvio della stagione della caccia, la Regione Basilicata, ragionevolmente ed intelligentemente, approva provvedimenti mirati ad attivare e regolamentare il selecontrollo per la caccia al cinghiale, oltre a stanziare finanziamenti per ristorare gli agricoltori per i danni subìti». Sono le parole di Benedetto Miscioscia, consigliere andriese di Noi con Salvini delegato all’agricoltura, che torna su di un problema particolarmente sentito nelle campagne non solo dagli agricoltori ma anche dai cittadini comuni.

«Un provvedimento necessario – dice Miscioscia – per contrastare la proliferazione della popolazione di cinghiali anche con la collaborazione dei cinque Parchi presenti,  tra quello nazionale e i regionali. Questa è la differenza tra un Governo regionale del fare ed uno “parolaio” come il nostro, nonostante  le sollecitazioni avanzate in tale senso da oltre un anno. Eppure non ci vorrebbe molto per avviare una regolamentazione delle attività di selcontrollo per l’abbattimento selettivo della popolazione dei cinghiali, che ormai rappresentano il vero dramma non solo per gli agricoltori e gli automobilisti ma anche per l’ecosistema che caratterizza il nostro territorio. Un provvedimento urgente per arginare in modo deciso ed immediato la sovrappopolazione di una specie di fauna selvatica, peraltro, non consona al nostro habitat, che potrebbe creare anche la possibilità di una filiera commerciale controllata della trasformazione e commercializzazione della carne di cinghiale anche sotto il profilo della sicurezza sanitaria, che oggi avviene senza nessun controllo preventivo».

«Una questione, anche questa, di cui i responsabili politici e dirigenziali regionali devono essere ben consci. Perché la Regione Basilicata si e la Regione Puglia no? Perché la Basilicata si accorda con i parchi e la Puglia NO? Qualcuno ce lo chiarisca – ribadisce Miscioscia – Quali sono le logiche che impedirebbero l’adozione di un simile provvedimento anche nella nostra regione, aldifuori dei soliti pregiudizi e retaggi culturali pseudo-animalisti che nulla hanno a che fare con il buon senso. Non si può continuare ad ipotizzare di contrastare il pericoloso sovravvollamento della popolazione dei cinghiali, con la semplice modalità di cattura messa in atto dal Parco nazionale dell’Alta Murgia peraltro con notevoli costi, quando quelle risorse  potrebbero invece essere utilizzate per ben altre iniziative di salvaguardia dell’habitat e possibilità di sviluppo eco-compatibile. Una spesa come quella prevista dal Piano di gestione dei cinghiali nel 2013 con l’impegno di ben 180.000 euro che non mi risulta abbia dato i risultati auspicati. Non vedo, pertanto, la ragione con la quale non si possa regolamentare ed adottare un piano di selcontrollo per trasformare il problema cinghiali in un’opportunità per i nostri territori, ponendo le basi per la creazione di una vera e propria filiera economico-produttiva, sotto il controllo delle autorità preposte per tracciarne la filiera e salvaguardare anche l’aspetto sanitario della carne, rispetto invece all’attuale situazione in cui impèra il fenomeno del bracconaggio. E la nostra regione cosa fa? Ma, soprattutto, i nostri Consiglieri regionali a cosa pensano e cosa fanno?».