Due diversi report riportano alta l’attenzione sul tema ambientale in Puglia ma in particolare nella sesta provincia. Ad entrare a gamba tesa nella discussione sulle fonti inquinanti e sui problemi per i cittadini sono le due ricerche di Greenpeace e di Legambiente che hanno analizzato rispettivamente le acque potabili e l’aria. Proprio il rapporto Mal’Aria di Legambiente aveva creato tanta discussione due anni fa con la città di Andria balzata agli onori delle cronache suo malgrado a causa dei dati non certo positivi ripresi dalla centralina ARPA che analizza quotidianamente la qualità dell’aria in via Vaccina. Ed anche nella rilevazione su dati 2024 arriva una citazione per la città federiciana che la riporta praticamente nella top 20 dei capoluoghi di provincia italiani con una alta concentrazione in media annuale di biossido di azoto. Il dato al momento è comunque al di sotto del valore limite stabilito a livello europeo ma questi numeri sarebbero al di sopra, invece, del nuovo limite che entrerà in vigore dal 2030. Per essere in regola tra cinque anni bisognerà scendere del 20%. C’è anche una doppia postilla comunque nel report di Legambiente. La prima è che i dati riportati sul sito di ARPA Puglia sono riferiti da gennaio a settembre del 2024 perché poi mancanti negli ultimi tre mesi dell’anno. E c’è anche un secondo asterisco proprio per la centralina di Andria che è rimasta praticamente all’interno del cantiere di interramento della ferrovia elemento questo che fotografa naturalmente nello specifico quanto avviene attorno ai lavori in corso da circa 4 anni in città e non l’intera situazione andriese. Tant’è però che come fu per i livelli decisamente alti di polveri sottili due anni fa confermati parzialmente anche in questa rilevazione, i numeri del biossido di azoto sono da tenere sotto controllo quanto meno in una parte sensibile del territorio considerando il grande cantiere in atto. Da Legambiente avevano chiesto anche uno spostamento per la centralina che, tuttavia, non è mai arrivato. L’impegno del Forum Ambiente Ricorda e Rispetta aveva consentito di installare altre centraline per la qualità dell’aria i cui report sulle polveri sottili hanno comunque messo in evidenza una situazione meno allarmante nell’intera città ma con delle emergenze in alcuni punti critici ed in alcuni orari specifici del giorno. Più o meno rilevazioni simili anche dalla centralina mobile ARPA posizionata in via Murge e che in questi giorni ha terminato le rilevazione relative a 9 mesi di attività: i livelli, dicono dal comune in una nota, sono nella norma e non preoccupano. Difatto però esiste un problema inquinamento veicolare che emerge anche in queste rilevazioni.

Altro elemento che ha creato non poca allerta in queste ore è quello sollevato da Greenpeace grazie al suo report “Acque senza veleni”. Di acqua ci siamo già abbondantemente occupati a partire da sei anni fa quando l’acqua inquinata di un pozzo artesiano aveva provocato il decesso di un cane per tumore che beveva regolarmente quell’acqua con gli ignari proprietari che denunciarono quanto accaduto. La storica associazione mondiale ambientalista ora lancia un focus sull’acqua potabile cioè quella che poi arriva nelle case. Ed il quadro che emerge in Italia è tutt’altro che rassicurante con milioni di italiane ed italiani esposti attraverso l’acqua potabile a sostanze chimiche pericolose e bioaccumulabili note per essere poi causa di insorgenza di gravi patologie. In Puglia sono stati effettuati 13 rilievi e di questi 7 sono risultati positivi con Andria a guidare in regione per concentrazione di PFAS e cioè molecole impiegate in diversi processi industriali e per la produzione di numerosi beni di consumo. Sono però considerati degli “inquinanti eterni” perchè si degradano molto lentamente. Se Andria stacca tutti per livelli di PFAS (una sommatoria di 58 diversi inquinanti) non possono certo sorridere Barletta, Bari o Foggia che guidano le classifiche di altri specifici e pericolosi inquinanti per l’acqua potabile. Una situazione non positiva specialmente nel nord della Puglia e su cui si attendono adesso le indagini ufficiali di ARPA e Acquedotto Pugliese già interessati dall’amministrazione comunale. Aria ed acqua, elementi essenziali spesso compromessi e con la necessità di interventi risolutivi non più rinviabili.