Dalla Puglia andati via negli ultimi dieci anni oltre 134mila giovani tra i 15 ed i 34 anni. Una variazione del 14,1% in linea con il dato drammatico dell’intero mezzogiorno. L’elaborazione è dell’Ufficio studi della Cgia di Mestre su dati Istat. Sul territorio pugliese il dato più importante è quello di Brindisi con oltre 16mila giovani andati via pari al 17,6% in meno rispetto al 2014. A seguire c’è Lecce con oltre 27mila giovani e poi Bari con 37mila andati via dal tacco d’Italia. A ruota c’è anche la BAT con un -11,8% ed oltre 11mila giovani spariti dal territorio. Un impoverimento evidente che dall’Italia ha visto la partenza di circa 750mila ragazzi, un dato ben distante da paesi come Olanda, Belgio, Irlanda o Germania dove c’è invece un segno positivo. Un dato che purtroppo si inserisce anche in un altro contesto e cioè la denatalità. In 80 anni, infatti, dal 1943 si è passati dai circa 900mila nati ai 380mila nati del 2023 in Italia con una riduzione in Puglia di circa un terzo delle nascite annuali. Situazioni molto marcate tra i comprensori di Foggia e Lecce dove la riduzione si attesa a circa un quinto delle nascite mentre Bari e BAT assieme perdono circa 20mila nati all’anno.

Una situazione frutto di tante variabili ma che nei numeri, analitici, presenta un vero e proprio allarme sociale. Svuotamento di risorse umane, di residenti, di tradizioni, di peculiarità e soprattutto di idee che creano un profondo vuoto soprattutto nel mezzogiorno ed in Puglia. Il segno negativo però non è per tutte le regioni italiane. Oltre 100mila giovani hanno scelto di trasferirsi tra Lombardia ed Emilia Romagna con le province di Milano o Bologna che accolgono assieme oltre il 20% di questo flusso in uscita.

Dati della CGIA di Mestre che si intrecciano anche con quello dello Svimez che racconta di come circa 200mila giovani laureati abbiano lasciato il mezzogiorno negli ultimi dieci anni per trasferirsi al centro nord. In 138mila, invece, si sono trasferiti dall’Italia all’estero. Tra i fattori analizzati dallo Svimez ci sono sicuramente le retribuzioni reali lorde per dipendente calate di 4 punti percentuali in Italia e del doppio nel mezzogiorno contro una crescita in diversi altri paesi europei. Nel rapporto si parla di “degiovanimento e fuga dei giovani” con un focus sulle scuole primarie ormai a rischio chiusura in oltre 3mila comuni italiani per la mancanza di bambini.

Proprio scuola e formazione professionale sono fattori su cui si concentrano le analisi delle due ricerche che certificano il fallimento delle politiche messe in campo in questi anni a livello centrale e sui territori.