Andria è tra le 10 città italiane più inquinate da PM10 nel 2022, e dove è necessario ridurre l’emissione del 41%. È questo il dato, secondo il nuovo report di Legambiente “Mal Aria di città. Cambio di passo cercasi”, redatto e pubblicato nell’ambito della Clean Cities Campaign, che sta creando preoccupazione tra i cittadini e che sta facendo discutere istituzioni e associazioni. È bene puntualizzare che i parametri consentiti dalla legge chiariscono che sono consentiti solo 35 giorni all’anno di sforamento della media giornaliera di emissione di 50 μg/mc e, secondo parametro, una media annuale di 40 μg/mc. Di tutte le città pugliesi prese in esame la maglia nera va proprio ad Andria, città che ha sforato per 47 giorni il limite consentito da legge. Sul dato annuale, però, Andria resta nei limiti con un’emissione di 34 μg/mc. Discorso analogo, per Andria, per quanto riguarda il PM2.5, con una produzione media annuale di 16 μg/mc, il peggior dato delle province pugliesi, comunque al di sotto del limite normativo indicato di 25 μg/mc.

Il report Mal Aria di Legambiente si basa sui rapporti estrapolati da Arpa, in questo caso di Arpa Puglia, dati su cui già a fine luglio scorso avevamo posto l’attenzione rilevando già 15, in meno di sette mesi, sforamenti al PM10 registrati dall’unica centralina della città fissa che rileva la qualità dell’aria posta in via Vaccina praticamente all’interno del grande cantiere che porterà all’interramento della ferrovia nell’abitato cittadino. Strano che, ad oggi, i dati sul PM10 siano spariti dal sito dell’Arpa Puglia, mentre si possono trovare tutti gli altri dati degli inquinanti particolarmente pericolosi per l’ambiente e per l’uomo. Di fatto, dunque, quel cantiere inquina e non poco.

Le parole del Presidente regionale di Legambiente Ruggiero Ronzulli.