«Ci spiace, purtroppo, constatare la perfetta simmetria tra le ordinanze di Emiliano sulla scuola e gli sciagurati provvedimenti sugli impianti sciistici del duo Conte-Speranza. L’ultima ordinanza, poi, è un esempio lapalissiano di come il Presidente della Regione metta migliaia di famiglie pugliesi difronte al famigerato fatto compiuto, disponendo la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado fino a venerdì 5 marzo, che è come a dire fino a lunedì 8 marzo». Scrivono così, in una nota, i consiglieri comunali Marmo, Del Giudice e Fisfola sull’Ordinanza n° 56 del Presidente della Regione.

«Il provvedimento è assolutamente intempestivo perché emanato due giorni prima della sua effettiva esecutività, con una domenica di mezzo, che non consente alle famiglie alcuna possibilità di organizzare una pur minima conciliazione vita/lavoro. L’intera vicenda, però, diventa davvero beffarda se si considera che nell’ordinanza si fa riferimento al Tavolo Scuola, condotto dall’Assessore regionale all’Istruzione, a cui sono state invitate anche le Associazioni genitoriali che, in quella sede, avrebbero evidenziato l’estrema difficoltà, specie per le mamme lavoratrici, di dover conciliare lavoro/famiglia e di procurarsi rapidamente un’adeguata connessione internet per l’attività didattica di tutti i componenti del nucleo familiare. Guarda caso, quella stessa rete internet che nei plessi scolastici risulta ancora inadeguata a supportare le benché minime attività didattiche a distanza».

«Inoltre, nell’ordinanza un lato si procede all’attivazione della DAD per il 100% degli alunni, e dall’altro si riconosce ai dirigenti la possibilità di consentire la presenza massima del 50 % per ciascuna classe, qualora ricorressero non meglio identificate. Quindi, secondo l’ordinanza di Emiliano, il dirigente annulla la DID, per poi avere la facoltà di riattivare quella stessa DID…anche in questo caso la toppa è peggio del buco».

«È vero, la situazione sanitaria della Regione sembra essere peggiorata – e anche di questo dovremmo averne conto da parte delle strutture regionali – ma allora perché non si è predisposto al momento giusto un opportuno programma a sostegno delle famiglie per affrontare il momento critico? E’ dalla scorsa estate che doveva essere messa in campo una riorganizzazione del sistema scolastico, trasportistico e sanitario da parte della Regione. E invece c’è stato solo tanto tempo perso. Se vi è la giusta necessità di proteggere il personale docente e non docente, nelle more della vaccinazione della categoria, perché interrompere bruscamente le attività didattiche, trascurando le conseguenze e i disagi di chi fornisce e di chi usufruisce di un servizio primario come quello scolastico?».