«Confusi, confusionari e “furbacchioni”. Non ci sono altri aggettivi per definire gli attuali amministratori della città. Sì, quelli che rivendicano capacità di “buona amministrazione” e prima hanno carpito la buona fede degli andriesi per vincere le elezioni, oggi fanno affidamento sulla memoria corta di molti per mettere a segno una pesante “stangata” ai portafogli delle famiglie». Scrive così, in una nota, l’ex assessore alle Finanze di Andria, Francesco Lullo.

«Sul finire del 2020 l’Ufficio Tributi del Comune di Andria ha completato l’attività di accertamento e ha emesso gli atti da notificare ai contribuenti “non in regola” con i pagamenti riferiti all’annualità 2015 di IMU e TARI.

E’ il caso di rinfrescare la memoria agli andriesi: le cartelle in arrivo sono le stesse per le quali la stessa sinistra che oggi amministra Andria, all’epoca – dai banchi dell’opposizione – si adoperò con ogni mezzo per convincere i cittadini che i conteggi erano da contestare e che era possibile chiedere al Comune il rimborso di eventuali somme eccedenti versate.

Rapido riepilogo per inquadrare la questione. Nel 2015 anche Andria (con altri 840 Comuni d’Italia) fu chiamata alle urne per rinnovare il Consiglio Comunale ed eleggere il Sindaco. La scadenza elettorale fece slittare l’adozione delle delibere di Consiglio con le nuove aliquote di Imu e Tari. La sinistra, ritenendo “illegittime” le delibere, da un lato invitò gli andriesi a pagare con le vecchie aliquote e dall’altro diffuse fra i contribuenti che avevano già pagato modelli prestampati per chiedere al Comune il rimborso delle somme versate in base ai conteggi dettati dalle delibere di Consiglio. Nel frattempo, il Tar di Puglia stabilì che per i primi 8 mesi del 2015 bisognava applicare le aliquote dell’anno precedente e per i restanti 4 mesi le nuove.

E arriviamo a oggi e alle cartelle in via di consegna. I contribuenti che si fidarono delle convinzioni della sinistra e pagarono secondo le aliquote dell’anno precedente, oggi risultano “non in regola” e quindi devono pagare le differenze.

Oltre al danno, però, arriva la beffa!

Da una parte i contribuenti raggirati anche da alcuni personaggi che pure oggi siedono in Consiglio comunale (ma sui banchi della maggioranza) e perfino in Giunta; dall’altra una gran parte di cartelle con conteggi errati e, dunque, una valanga di ricorsi in vista e conseguenti oneri finanziari a carico del Comune.

Per anni, questi signori hanno dileggiato e talvolta perfino “criminalizzato” l’operato delle passate Amministrazioni di centrodestra, hanno brandito l’arma della “via giudiziaria” in mancanza di argomentazioni politiche e già all’esordio di quella che era presentata come una “nuova stagione” politica e amministrativa gettano la maschera e si rimangiano tutto quello che dicevano fino a poche settimane fa.

Fingono di dimenticare aggettivi come “illegittimo” o situazioni di rischio come il “danno erariale” e così gli andriesi sono “contenti e gabbati”. In un momento particolare, come quello che stiamo attraversando, con le aziende che chiudono e i disoccupati in preoccupante aumento, vessare i cittadini con l’emissione di avvisi di pagamento, molti dei quali pure errati, è una deplorevole mancanza di rispetto che deve indurre gli andriesi a riflettere con attenzione».