Abbiamo letto con molta attenzione la documentazione di gara pubblicata sul sito di AGER e riferita alla gara per il servizio di raccolta, trasporto e spazzamento dei rifiuti solidi urbani nel Comune di Andria. Riteniamo di dover evidenziare alcune criticità che avranno, a nostro giudizio, ripercussioni negative sulla qualità del servizio per la Città di Andria. Le norme di aggiudicazione della gara prevedono la modalità dell’offerta più vantaggiosa, attribuendo 70 punti all’offerta tecnica e 30 punti all’offerta economica da esprimersi tramite ribasso percentuale sul prezzo posto a base d’appalto.

E’ del tutto evidente, anche ai non addetti ai lavori, che i punteggi attribuibili all’offerta tecnica sono fortemente sbilanciati su valutazioni tabellari legate ad incremento di servizi mentre sono insignificanti le valutazione sulla qualità organizzativa dell’impresa rispetto alle modalità di esecuzione delle prestazioni (Punti qualitativi 4 su 70). Questo tipo di premialità induce le ditte ad offrire servizi onerosi per vedersi attribuire punteggi più alti mascherando, di fatto un sistema che poco si discosta dal puro massimo ribasso. Ancor più grave è l’attribuzione del punteggio relativo all’offerta economica basato sulla formula dei confronti di ribassi che con i 30 punti in gioco diventa determinante e fortemente condizionante, un effetto negativo parzialmente mitigato dalla potenza 0,3.

Se ne deduce che l’aggiudicazione dell’appalto potrà essere soggetta al rischio di offerte prive di una vera valutazione di consistenza dimensionale dei servizi, lasciando aperta la possibilità che a conseguire la commessa siano aziende poco professionali le cui offerte sono effettuate senza le adeguate analisi del contesto territoriale e delle caratteristiche del servizio da prestare. Dalla lettura del Capitolato emergono poi diverse questioni che necessitano di approfondimenti.

Trattandosi di una gara ponte (24 mesi) – anomala per la tipologia di servizi del quale si tratta -, ci si aspettava una semplificazione nelle prescrizioni imposte alla ditta che risulterà aggiudicataria. Si pensi, per esempio, al passaggio di personale con procedure complesse che non di rado hanno determinato situazioni conflittuali, tensioni sindacali e scioperi. Il Capitolato, invece, segue canoni ideali per gare di lunga durata, ma che risultano di difficile gestione contrattuale in situazioni di gara ponte. Tra questi:

  • Il canone di 10,9 milioni annui d’appalto comprende circa 7 milioni di costi della mano d’opera. L’intero importo è soggetto a ribasso.
  • Obiettivo di raccolta differenziata del 70% posto in capo all’impresa nel giro di 4 mesi, con una decurtazione del canone in caso di mancato raggiungimento dell’obiettivo.

Già soltanto questi due elementi sono criticabili senza entrare nel merito dei sistemi di remunerazione degli investimenti in caso di impresa sub-entrante. In tal caso, generalmente ci si trova dinanzi a prevedibili contenziosi che potrebbero compromettere la parità di trattamento tra imprese nella successiva gara a lungo termine, ove dovesse essere avviata.

Si è impostata, in pratica, una gara che maschera un massimo ribasso senza tutelare la parte relativa alla mano d’opera, che sarebbe facilmente comprimibile, permettendo una riduzione degli importi sul costo del lavoro. Si vuole qui ricordare che all’artico 6 del CCNL di categoria segue l’art. 7, il quale permette all’impresa di apportare modifiche all’organigramma in base alle esigenze organizzative aziendali, con poco spazio di contrattazione sindacale.

Del tutto fuori luogo in una gara ponte, inoltre, è porre l’obiettivo di raccolta differenziata in carico all’impresa, soprattutto se abbinato a pesanti penalità per il mancato raggiungimento. Quattro mesi per rodare il sistema e raggiungere l’obiettivo sono illogici anche in una gara di lunga durata. In tal modo, con molta probabilità, si metterà in condizione il DEC di aprire contenziosi di difficile gestione con la Ditta appaltatrice. E veniamo alla parte più tecnica della documentazione di gara.

Attualmente nel Comune di Andria la raccolta viene eseguita con la modalità porta a porta. Le utenze, quindi, sono dotate di contenitori idonei al conferimento dei rifiuti. Non si comprende, perciò, come mai alla ditta aggiudicataria della gara ponte viene richiesto di ridistribuire nuovi contenitori, con un ingiustificato dispendio di risorse. Diverso, invece, sarebbe rinnovare il parco contenitori nella gara di lunga durata mandando un significativo segnale di innovazione del servizio (contenitori con Tag Rfid per tariffa puntuale).

In merito al personale si riscontra una contraddizione evidente nei documenti di gara. Nel Capitolato viene condizionata, se non vietata, l’assunzione di nuovo personale. Dal Piano industriale Allegato Tecnico Economico, si evince però che si è previsto un incremento di unità da N. 147 a N. 164 con un indicativo ampliamento di personale (17 unità in più). I costi di acquisto degli automezzi sono sottostimati tra il 15% ed il 18%, con una sottostima dell’investimento di circa 900 mila euro.

Il calcolo dell’investimento per attrezzature si rivela corretto, ma resta la perplessità circa la motivazione di dover ridistribuire alle utenze attrezzature già in uso e quantificabili in 270 mila euro. Altra nota dolente è quella relativa al dimensionamento tecnico previsto per lo spazzamento delle strade che risulta del tutto inadeguato: per il servizio manuale e meccanico sono previsti 15 addetti complessivi, di cui soltanto 2 per spazzamento manuale e svuotamento cestini. In base a standard medi nazionali per città come Andria si dovrebbero avere, come minimo, almeno il doppio di addetti.

In ultimo, i costi generali e l’utile d’impresa sono calcolati nel limite del 10% complessivo, ben al di sotto di un minimo 15-18% per garantire una organizzazione moderna ed efficace da parte di un gestore qualificato. In conclusione abbiamo ragione di ritenere che la gara bandita da AGER per il Comune di Andria, trattandosi di gara ponte, presenti così tante criticità da non dare garanzie di buon esito contrattuale, con potenziali contenziosi, scadimento dei servizi e tensioni sindacali.

Per questo chiediamo che il bando sia ritirato e corretto nelle sue parti non congrue che potrebbero mettere a serio rischio il corretto svolgimento del contratto con l’impresa aggiudicataria. Invitiamo altresì Ager e Amministrazione Comunale ad attrezzare giuridicamente e funzionalmente il Comune ad una gestione diversa che non sia l’appalto pubblico esterno.