Più del 50% dei mercati settimanali in Puglia è ancora fermo al palo. Significa che i circa 17mila operatori del settore attualmente riescono ad aprire i propri banchi una o due giornate a settimana, dopo il lungo lockdown durato quasi due mesi. Eppure, a seguito di una ordinanza emanata dal governatore Michele Emiliano il 18 maggio, a loro viene data la possibilità di lavorare ma lasciando ai singoli sindaci l’organizzazione logistica di aree e spazi. Ed è così che c’è chi pensa di rendere il mercato quindicinale chiedendo agli operatori di alternarsi, chi dispone il frazionamento su più aree e chi lo delocalizza rispetto alla storica sede. Di fatto, in questo scenario la conseguenza è che la fase 2, cioè quella della ripartenza, per questo comparto diventa quella dell’incertezza.

«Serve chiarezza ma soprattutto servono atti concreti per eliminare il disagio in cui è stata lasciata la categoria degli operatori dei mercati perché non è possibile che in ogni comune ci siano regole diverse stabilite da ciascuna amministrazione, in alcuni casi a scapito del comparto. Serve che la Regione ma anche l’Anci intervengano per stabilire criteri di omogeneità mettendo tutti nelle condizioni di lavorare. La situazione, a quasi tre settimane dall’avvio della fase 2, sta diventando ingovernabile e insostenibile», denuncia Leo Carriera, direttore Confcommercio Bari-Bat.

Non manca la proposta da parte dell’associazione: «Siamo i primi a mirare al bene dei nostri associati e dei consumatori, infatti riteniamo che si debbano assolutamente garantire tutte le misure di sicurezza previste dalle disposizioni di contenimento del contagio ma è necessario che i mercati si svolgano nelle loro sedi storiche e nei giorni deputati, senza stravolgimenti ma semplicemente ampliandone dove possibile le aree come, per esempio, accaduto a Bisceglie. Non crediamo che questo obiettivo sia così tanto difficile da essere perseguito e siamo pronti a tornare a sederci al tavolo con le istituzioni per pianificare la vera ripartenza», annota Carriera.

«In più della metà dei 248 comuni pugliesi non si svolge ancora il mercato settimanale. È una situazione questa che non possiamo più sostenere, né si può pensare che possa ancora protrarsi. È necessario trovare subito una soluzione perché qui la questione è naturalmente economica ma anche sociale, stiamo parlando di circa 17mila commercianti le cui attività sono quasi ferme e quindi mancati introiti per un numero importante di famiglie. Tra ripartenza a macchia di leopardo e contingentamenti, chiediamo l’intervento della Regione e del Governo affinché si compia uno sforzo maggiore per immettere liquidità nel settore che in questo momento sarebbe come una boccata di ossigeno per un comparto in grande difficoltà», conclude Andrea Nazzarini, vice presidente nazionale Fiva Confcommercio.