«Il Decreto Rilancio avrebbe potuto seriamente a contribuire a rilanciare il settore dell’eco-mobilità incrementando le misure a sostegno del settore auto allargando anche alla fascia dei veicoli con emissioni tra i 65 e i 95 gr./km. l’opportunità di accedere all’ecobonus e/o alla riduzione del prezzo di acquisto per chi volesse decidersi di rottamare un’autovettura fino a euro 4, tenuto conto che sono quasi 20 milioni gli autoveicoli ancora in circolazione da Euro zero a 4. Un’occasione perduta, per favorire il ricambio del parco auto circolante e migliorare la qualità dell’aria e urbana delle città. Altro che cambiare marcia». Interviene così, in una nota, Benedetto Miscioscia, Coordinatore regionale di FareAmbiente Puglia.

«Si fa un gran parlare delle intenzioni di migliorare la qualità dell’aria soprattutto nelle aree urbane, anche in considerazione della difficoltà attuale, a causa del covid 19, di potersi spostare in bus, treno e metro stante le norme sul distanziamento, atteso che per spostarsi non è sufficiente un monopattino specie quando ci si sposta tra comuni o tra quartieri di una grande città o si deve andare a fare la spesa o ci si deve spostare con più persone. L’uso della bici o dei monopattini per brevi spostamenti non viene messo assolutamente in discussione, anzi ben venga, ma pensare che il problema del traffico e dell’inquinamento si possa risolvere andando a lavoro in bicicletta o in monopattino è un tantino illusorio. Immaginare che un cittadino possa recarsi agevolmente al lavoro in bici o in monopattino senza tenere conto che bici e monopattini hanno una capacità di trasporto limitata e che in molti casi il cattivo tempo e le condizioni orografiche delle strade oltre la distanza di diversi chilometri come capita nelle grandi città, mi sembra un tantino azzardato, soprattutto se consideriamo i fallimenti di precedenti iniziative tese a favorire l’acquisto di bici, che poi finiscono per non vedersi per le strade.

Insomma un eco-bonus mobilità robusto per dare una risposta concreta alla rottamazione di quei veicoli inquinanti che tanto condanniamo anziché un contentino sotto forma di piccoli mezzi ecologici o di abbonamenti al trasporto pubblico che da noi, purtroppo, non sono neanche sufficienti ad assicurare una rete adeguata ed efficiente dei trasporti. Ma tra le novità del Decreto Rilancio ci sono anche le risorse destinate alle piste ciclabili con il conseguente stravolgimento del Codice della Strada, in quanto sulle strade urbane si prevede la realizzazione della c.d. “casa avanzata” ovvero una linea d’arresto avanzata di tre metri rispetto a quella degli autoveicoli in corrispondenza degli incroci semaforizzati, preceduta da una corsia preferenziale di cinque metri destinata alle bici, bici e monopattini elettrici. In pratica chi usa bici, e-bike e monopattini elettrici, potrà occupare la “bike lane” nella parte più a destra della normale corsia di marcia con la possibilità di precedere gli autoveicoli in prima fila all’incrocio semaforico.

Tutto questo nelle intenzioni del Governo dovrebbe servire non solo a favorire l’uso maggiore di bici e monopattini ma anche ad agevolare i cittadini a vincere la diffidenza nel loro utilizzo. Allo stato dei fatti però, si è potuto riscontrare l’aumento del caos e dei pericoli come evidenziato in una grande città come Milano tra le prime, guarda caso, a mettere in pratica le misure che sono state indicate nel Decreto Rilancio. Ma le perplessità permangono circa la reale attuazione di una siffatta norma che manifesta un’ambigua promiscuità tra una pista creata semplicemente con una striscia bianca discontinua, comunque valicabile dagli altri veicoli, sulla stessa corsia che si restringe con inevitabili problemi di sicurezza per i ciclisti e monopattisti.

E pensare che l’art. 346 del Regolamento di esecuzione del Codice della Strada, consente solo a chi guida un mezzo a due ruote di affiancarsi agli altri veicoli al semaforo, vietando manovre a zig zag per raggiungere la striscia di arresto. E’ in questo modo che il Governo pensa di far sentire al sicuro ciclisti e monopattisti? In buona sostanza si è creato un vero e proprio artificio, non sappiamo su quale ragionamento, per dare la sensazione di aver creato una pista ciclabile anche dove il Codice della Strada non lo consente, a causa dell’insufficiente spazio a disposizione, con l’aggravante che i ciclisti e monopattisti circoleranno a fianco di tutti gli altri autoveicoli con la seria possibilità che laddove un veicolo qualsiasi, compreso automezzi pesanti, avranno la legittima necessità di dover superare la striscia che delimita la pista ciclabile, potranno comunque farlo.

Di fatto non si potrà contare sulla disponibilità di una sede ciclabile protetta a tutti gli effetti. Inoltre non si tiene conto che far avanzare la linea di allineamento trasversalmente al semaforo per consentire ai ciclisti e monopattisti di poter precedere gli altri veicoli, determinerà, inevitabilmente, una sorta di tappo che non farà altro che rallentare la ripartenza con le conseguenti immaginabili ripercussioni sia sotto il profilo ambientale che sul traffico, rischiando di aumentare la congestione anziché diminuirla».