Ed anche il Consiglio di Stato ha bocciato il Comune di Andria sulla vicenda dehors. Una vicenda complessa ma fatta soprattutto di carte bollate, burocrazia e probabilmente poco buon senso. Anche il secondo grado di giudizio, dunque, ha stoppato la riforma del regolamento voluta dalla gestione commissariale di Tufariello a poche settimane dal suo insediamento a Palazzo di Città. I giudici della sezione quinta del Consiglio di Stato, hanno rigettato l’appello dell’ente spiegando che i motivi del ricorso “non consentono di superare la decisione cautelare gravata, laddove evidenzia l’assenza di una specifica e compiuta istruttoria relativa alle caratteristiche precipue delle singole zone interessate dalle nuove previsioni regolamentari da effettuarsi tenendo conto del concreto stato dei luoghi e delle effettive e puntuali ragioni di tutela”. Nuovamente salve le strutture di Corso Cavour e Piazza Imbriani, dunque. Resta sospeso, come aveva già deciso il TAR dopo il ricorso presentato dai cinque esercenti commerciali di quelle due zone, il regolamento approvato a luglio scorso dalla gestione commissariale.

L’udienza nel merito del problema, lo ricordiamo, è stata fissata dai giudici del tribunale amministrativo per il 18 novembre 2020. In quella data si entrerà più nello specifico anche se i giudici amministrativi, nella sentenza di primo grado, avevano già evidenziato la “scelta irragionevole di limitare, per effetto del regolamento impugnato, la possibilità di installare nell’ambito 3 unicamente dehors semplici escludendo la possibilità di copertura in assenza di una specifica e compiuta istruttoria relativa alle caratteristiche precipue delle singole zone interessate». I giudici evidenziavano anche come la stessa amministrazione commissariale abbia “dichiarato in giudizio che il regolamento intimitato è un atto autonomo del Comuno privo di qualsiasi forma di condivisione con la Soprintendenza”. La sopraintendenza, tra le altre cose, in questo ricorso al Consiglio di Stato non si è costituita neanche in giudizio. Esulta su facebook uno dei più grandi oppositori alla scelta di modificare il regolamento da lui approvato a gennaio dello scorso anno e cioè l’ex assessore alle attività produttive Pierpaolo Matera. Ironicamente spiega come «manca solo che la gestione commissariale adisca alla Corte di Giustizia Europea. Avevamo operato nella piena legittimità – conclude Matera – e lo hanno confermato due organi giurisdizionali». La speranza ora è che ci si possa sedere attorno ad un tavolo per far si che ci possa esser unità di intenti, lasciare da parte i tribunali e trovare una soluzione condivisa in modo da chiudere definitivamente una vicenda dai toni sempre più grotteschi.