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Regolamento Dehors, anche il Consiglio di Stato boccia il Comune di Andria: resta in vigore la sospensiva

Nuovo ko dell'ente: confermata la decisione del TAR. Discussione di merito il 18 novembre

Ed anche il Consiglio di Stato ha bocciato il Comune di Andria sulla vicenda dehors. Una vicenda complessa ma fatta soprattutto di carte bollate, burocrazia e probabilmente poco buon senso. Anche il secondo grado di giudizio, dunque, ha stoppato la riforma del regolamento voluta dalla gestione commissariale di Tufariello a poche settimane dal suo insediamento a Palazzo di Città. I giudici della sezione quinta del Consiglio di Stato, hanno rigettato l’appello dell’ente spiegando che i motivi del ricorso “non consentono di superare la decisione cautelare gravata, laddove evidenzia l’assenza di una specifica e compiuta istruttoria relativa alle caratteristiche precipue delle singole zone interessate dalle nuove previsioni regolamentari da effettuarsi tenendo conto del concreto stato dei luoghi e delle effettive e puntuali ragioni di tutela”. Nuovamente salve le strutture di Corso Cavour e Piazza Imbriani, dunque. Resta sospeso, come aveva già deciso il TAR dopo il ricorso presentato dai cinque esercenti commerciali di quelle due zone, il regolamento approvato a luglio scorso dalla gestione commissariale.

L’udienza nel merito del problema, lo ricordiamo, è stata fissata dai giudici del tribunale amministrativo per il 18 novembre 2020. In quella data si entrerà più nello specifico anche se i giudici amministrativi, nella sentenza di primo grado, avevano già evidenziato la “scelta irragionevole di limitare, per effetto del regolamento impugnato, la possibilità di installare nell’ambito 3 unicamente dehors semplici escludendo la possibilità di copertura in assenza di una specifica e compiuta istruttoria relativa alle caratteristiche precipue delle singole zone interessate». I giudici evidenziavano anche come la stessa amministrazione commissariale abbia “dichiarato in giudizio che il regolamento intimitato è un atto autonomo del Comuno privo di qualsiasi forma di condivisione con la Soprintendenza”. La sopraintendenza, tra le altre cose, in questo ricorso al Consiglio di Stato non si è costituita neanche in giudizio. Esulta su facebook uno dei più grandi oppositori alla scelta di modificare il regolamento da lui approvato a gennaio dello scorso anno e cioè l’ex assessore alle attività produttive Pierpaolo Matera. Ironicamente spiega come «manca solo che la gestione commissariale adisca alla Corte di Giustizia Europea. Avevamo operato nella piena legittimità – conclude Matera – e lo hanno confermato due organi giurisdizionali». La speranza ora è che ci si possa sedere attorno ad un tavolo per far si che ci possa esser unità di intenti, lasciare da parte i tribunali e trovare una soluzione condivisa in modo da chiudere definitivamente una vicenda dai toni sempre più grotteschi.

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