Aspetti normativi, tecnici e scientifici dell’inquinamento elettromagnetico e relativi effetti sulla salute delle persone. Se n’è discusso nel primo convegno dell’UNAI provinciale per l’annualità 2019/2020, valido per l’aggiornamento ai sensi del DM 140/14, e svoltosi sabato 14 dicembre presso l’ITES “E. Carafa” di Andria. “Elettrosmog in Condominio: aspetti giurisprudenziali e scientifici”, questo il titolo dell’incontro caratterizzato da un parterre di relatori che hanno affrontato l’argomento sotto differenti ambiti di studio, a cominciare da quello giuridico e scientifico. Ha moderato il convegno l’avv. Nicola Addati, consulente UNAI Bat.

Quello dell’elettrosmog «è un argomento di grande attualità e interesse tra gli amministratori – ha dichiarato il Segretario Provinciale CSC di UNAI, dott. Angelo Frisardi – che si trovano a gestire assemblee condominiali in cui bisogna decidere se approvare o meno l’installazione di trasmettitori sopra il condominio. E’ un discorso che suscita dubbi e perplessità tra gli abitanti di un condominio e i residenti nelle immediate vicinanze, proprio per gli effetti sulla salute». Il primo convegno del nuovo anno formativo si pone nel segno della novità, come spiega il dott. Frisardi: «Oltre ad attenzionare gli aspetti di gestione dell’attività professionale, attraverso un maggior coinvolgimento delle figure professionali UNAI intende approfondire gli aspetti pratici con i quali gli amministratori di condominio si trovano quotidianamente a che fare».

L’elettrosmog è regolamentato dalla legge 36/2001 sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici, una norma volta a proteggere la salute della popolazione e tutelare l’ambiente. Di questi aspetti giuridici ha discusso l’avv. Lucio De Benedictis, Vice Presidente Associazione Camere Immobiliari Sezione di Trani, il quale ha ricordato come la legge 36/2001 «fa seguito al caso di Radio Vaticana degli anni ’90, il più famoso della materia, che portò a una condanna della Chiesa Cattolica per le emissioni nocive verificatesi. Nonostante ancora oggi non esista chiarezza in merito all’incidenza delle onde elettromagnetiche sulla salute delle persone, questa è comunque tutelata dalla giurisprudenza nel miglior modo possibile, a fronte del progresso tecnologico che impone l’utilizzo dei mezzi di ultima generazione».

Ma che cos’è, di preciso, questo 5G di cui tanto si discute negli ultimi tempi? Si tratta di «una nuova tecnologia che permette di trasmettere una maggiore quantità di informazioni nello stesso tempo». Ne ha parlato l’Ing. Pasquale Bruno, Tecnico esperto di normativa ambientale, ricordando soprattutto che l’utilizzo di queste nuove tecnologie è assoggettata al principio di precauzione, una norma ambientale volta a preservare il creato in tutti i suoi aspetti. «Quando si lancia un prodotto sul mercato – spiega l’Ing. Bruno – bisogna avere la certezza che il prodotto stesso non leda la salute delle persone o alteri l’ecosistema. Quando i dati scientifici non consentono una valutazione completa del rischio, il principio di precauzione può impedire la distribuzione di prodotti pericolosi o persino eliminarli dal mercato, fino a quando il prodotto stesso non viene reso innocuo. Il principio di precauzione può essere invocato solo nel caso di un rischio potenziale e reale».

Dagli aspetti prettamente giuridici della materia si passa a quelli scientifici: presente tra gli illustri relatori il dott. Dino Leonetti, Oncologo e Responsabile Scientifico dell’associazione Onda d’Urto, il quale ha portato a conoscenza della platea gli effetti dell’esposizione ai campi elettromagnetici. «L’organismo umano – spiega il dott. Leonetti – è una macchina elettrochimica: non deve stupire, dunque, che ci siano numerose evidenze scientifiche derivanti da interferenze di tipo bioelettrico e riguardanti vari organi e strutture. In relazione ai campi elettromagnetici, tumori molto diffusi sono quelli del sistema nervoso centrale e dell’apparato emolinfopoietico, così come le patologie legate al metabolismo ovvero il diabete, frequente anche tra i giovani. Si registra altresì un incremento del rischio di glioma cerebrale e neurinoma del nervo acustico. Va detto che sulle radiofrequenze c’è ancora un dibattito vivace a livello scientifico perchè gli studi sono contradditori, perciò i ricercatori devono approfondire ulteriormente la materia. E’ importante, inoltre, investire su dotazioni e logistica a livello medico».

Come il dott. Leonetti ha più volte ribadito nel corso del convegno, quando si parla di tumori è fondamentale l’attività di prevenzione. Un compito che l’associazione “Onda d’Urto – Uniti contro il Cancro ONLUS” svolge instancabilmente nella città di Andria. «Abbiamo cominciato ad incontrare la cittadinanza andriese – dichiara il presidente dell’associazione Antonio Tragno, relatore dell’incontro – per fare informazione in merito alle leggi in vigore e i rischi che potrebbero sorgere a causa del 5G. Il nostro sodalizio opera su quattro prerogative: prevenzione primaria; informazione; ricerca di correlazione tra neoplasia e fattori ambientali sul territorio andriese; Profilo della Salute come strumento indispensabile per una città sana». L’indagine di Onda d’Urto suddivide il territorio di Andria in micro-aree per geolocalizzare tutti i malati di tumore; ogni area viene poi analizzata dal tavolo scientifico (il cui responsabile è il dott. Tommaso Di Renzo) che produrrà un report da consegnare alla città. Il ruolo delle associazioni come Onda d’Urto risulta dunque fondamentale nella lotta ai tumori e nelle campagne di sensibilizzazione, come ha affermato Antonio Tragno: «Le associazioni di volontariato esistono laddove le istituzioni non intervengono. Se lo Stato dorme, la gente muore».