«Ci capita spesso di analizzare le politiche sanitarie applicate nella nostra realtà. Politiche sanitarie decise nelle alte sfere regionali o semplicemente nelle stanze di chi dirige la nostra ASL. A volte ci chiediamo, ma i Piani di riordino ospedalieri o sanitari decisi in questi anni in ambito regionale, (competenze delegate dal titolo V della Costituzione), a seguito di riforme e controriforme approvate da diverse Giunte Regionali di diverso colore politico, nella sostanza hanno veramente prodotto cambiamenti migliorativi?». Interviene così, in una nota, il Segretario Aziendale FP CGIL ASL BT, Michele Gorgoglione.

«La nostra ASL al suo interno sicuramente è dotata di eccellenze in termini di strutture e personale sanitario che permettono cure decisamente appropriate, ma, volendo fare una valutazione complessiva in termini di efficienza organizzativa e di soddisfazione dell’utenza, i servizi sanitari proposti ai cittadini, a seguito di tutte queste riforme e controriforme che hanno determinato continui cambiamenti è veramente migliorata?

Assistiamo a situazioni critiche condizionate dalle ancora lunghe liste di attesa per alcune visite specialistiche o per effettuare alcuni esami strumentali, costringendo, a volte, l’utente che può economicamente a rivolgersi a strutture private a pagamento, così come la difficoltà in alcuni momenti di poter trovare un posto letto per curarsi e costretti a volte ad essere allettati ore su una barella o su un letto aggiunto di un reparto ospedaliero per carenza di posti letto, tutto questo ci sembra normale?

Sappiamo che per la nostra Asl la Regione Puglia ha assegnato un numero di posti letto rapportati alla popolazione con un indice più basso rispetto a tutte le altre ASL, ma non dobbiamo rassegnarci a questo, dobbiamo cercare di far correggere tale situazione.

Rivolgiamo la nostra attenzione verso la popolazione anziana, questo sistema sanitario riesce a soddisfare i loro bisogni, quando devono interfacciarsi con la burocrazia delle prenotazioni, degli accessi ai Day Service quando hanno bisogno di cure domiciliari o di ricoveri per lungodegenza?

Chi occupa un ruolo dirigenziale sicuramente si sforza di prendere decisioni e propone cambiamenti al fine di migliorare le criticità di un sistema organizzativo, ma a volte e purtroppo alcune decisioni prese non si rilevano efficaci.

Pensiamo alle tante proposte o ai vari tentativi messi in campo per risolvere il problema delle lunghe liste di attesa. Consideriamo però che queste problematiche sul miglioramento della qualità dei servizi sanitari, sono state oggetto di discussione anche in altre Regioni, pertanto non dobbiamo inventarci nulla e quindi il guardarci intorno e la conoscenza di un modello organizzativo che ha funzionato in un’altra realtà ci può aiutare a valutare se può essere applicato con successo anche da noi.

Un esempio può essere dato dall’Ospedale di Pisa in merito all’abbattimento delle liste di attesa per gli esami di laboratorio. Considerato che al cittadino una volta che ha in mano una ricetta di esami di laboratorio prescritta dal proprio medico, a lui poco importa se il suo sangue sarà analizzato nella sua città o altrove, per lui l’importante è che effettui al più presto il prelievo ematico e che riceva in tempo utile il referto Quindi a Pisa hanno strutturato e attrezzato un grande e centrale laboratorio analisi il quale lavora con turni continuativi mattina pomeriggio e notte con una rete sul territorio, di più centri prelievi, nei quali i cittadini possono recarsi per il prelievo di sangue dal mattino alla sera. Questa organizzazione ha azzerato i tempi di attesa per i prelievi con il rilascio del relativo referto nel minor tempo possibile.

Guardando la nostra realtà la nostra ASL è dotata di idonee apparecchiature di laboratorio, il problema esiste nel prelevamento del sangue limitato a poche ore della giornata. Basta implementare i centri prelievi tenendoli aperti dalla mattina al tardo pomeriggio dando la possibilità al cittadino di poter effettuare i prelievi in tempi veramente brevi. Così facendo si avrebbe sicuramente un abbattimento delle liste di attesa, semplicemente assumendo qualche infermiere in più.

Altra situazione meritevole di qualche considerazione è quella in merito alla delibera della Direzione Generale della ASL BT la N°185 del 6/2/2019,con la quale si decide di esternalizzare per quattro anni con una spesa di 1.722.598 di euro il servizio dei CUP ( centro unico di prenotazione e riscossione ticket).
Sicuramente tale decisione è finalizzata ad un miglioramento del servizio ma ci chiediamo se potevano esserci delle soluzioni meno costose economicamente.

Se uno dei problemi era l’affollamento degli utenti alle postazioni, noi in passato abbiamo proposto che bastava concordare con i medici di base la possibilità che loro, al proprio studio, e al momento del rilascio della ricetta medica, potevano contestualmente effettuare la relativa prenotazione. Questo avrebbe fatto diminuire di almeno il 70% le code agli sportelli CUP ai quali ormai con tale cambiamento organizzativo si sarebbero recati solo i paganti ticket.

Per non parlare del beneficio sociale che tale cambiamento avrebbe comportato immaginando che così facendo avremmo risolto a tutti gli anziani non autosufficienti il problema di trovarsi la persona per poter andare al CUP a prenotargli la ricetta.

Tra l’altro continuiamo a chiederci perché al tutt’oggi le postazioni CUP di questa grossa Azienda Sanitaria non sono ancora dotate di un POS per il pagamento ticket costringendo gli utenti a pagare tutto in contanti.

Solo la comunicazione ed il confronto con altre realtà può portare a trovare idonee soluzioni ai tanti problemi che quotidianamente si verificano nella gestione di un bene importantissimo rappresentato dalla salute del cittadino utente».