La Corte di Appello di Bari ha confermato 5 condanne, riducendo per alcuni le pene inflitte, nei confronti di altrettanti imputati per la morte dell’operaio 17enne di Andria Giuseppe Di Vincenzo, deceduto dodici anni fa a seguito delle ustioni causate da un incidente sul cantiere di ampliamento di una sala ricevimenti di Corato. Per tutti la condanna è a 2 anni di reclusione con pena sospesa. La vittima, il 17 marzo 2007, stava riparando una tubatura con saldatrice quando fu travolto da una fiammata che gli procurò ustioni di secondo e terzo grado sul 95% del corpo.

Morì dopo 4 giorni in coma. I giudici del secondo grado hanno confermato le responsabilità nel concorso in omicidio colposo per Vincenzo Perrone e Saverio Guido, legale rappresentante e dipendente della ditta appaltatrice ‘Idrotermica di Luigi Perrone’, Mauro Galentino e Nicola Nannola, titolare e socio della ditta subappaltatrice ‘Termo In’, Dario Rosito, coordinatore per la sicurezza, progettazione ed esecuzione del cantiere. Assolto “per non aver commesso il fatto” l’imputato Luigi Piancone, coordinatore in fase di esecuzione, e confermate le assoluzioni già stabilite dai giudici del primo grado del Tribunale di Trani per Giovanni Adolfo ed Elisabetta Sbisà, committente e responsabile dei lavori.