«Dovrei rispettare la sacralità degli eventi che in questi giorni si stanno celebrano e quindi astenermi dal commentare e analizzare dichiarazioni, repliche e controrepliche all’indomani della caduta di Giorgino, ma gli eventi politici – tralasciamo quelli amministrativi sui quali si è detto già tutto – mi portano a fare alcune considerazioni adesso, e subito, solo perché in qualità di ex consigliera comunale e provinciale della città sento l’obbligo morale di fermare questo sciacallaggio di proclami e rivendicazioni da parte dei “trombati”, in queste ore alla ricerca di carpi espiatori ad una disfatta che, anche loro sanno, ha un nome e cognome, quello di Nicola Giorgino». Interviene così, in una nota, la consigliera comunale di Fronte Democratico, Laura Di Pilato.

«L’arroganza, la presunzione e l’incapacità amministrativa con cui ha governato negli ultimi anni è lontana anni luce dal sogno che si era prospettato nel 2015 allorquando, appena eletta, cercavo per deformazione professionale e per dovere nei confronti della città, di indagare, studiare e vagliare atti, proposte, delibere … un lavoro che puntualmente veniva bloccato da “Sua Maestà il Re”: un Sindaco padrone, un politico individualista che ha segnato il suo secondo mandato con la continua ricerca di un nuovo “posto al sole”: ora strizzando l’occhio a Renzi e poi ammiccando a Salvini, pur sempre rimanendo in Forza Italia, un partito che ha l’unica colpa di essersi fidato troppo a lungo di un uomo che si è rivelato in tutta la sua falsità. Ma meglio tardi che mai, prendo atto di questo rinsavimento da parte dei miei ex colleghi del partito azzurro. Oggi li mettono su un cartello e li accusano di essere i traditori dell’amministrazione. Davvero penoso questo atteggiamento. Oltremodo, non capisco come mai tra i “traditori” di Re Giorgio non compaia il nome di Saverio Fucci e quello della sottoscritta, dal momento che non si sono limitati a citare solo i nomi dei consiglieri di Forza Italia. Ma, tant’è, l’opportunismo con cui hanno amministrato continua ad essere il leitmotiv del loro modo di fare.

Prendo le distanze da Giorgino e dalla sua squadra che non mi piace e non mi appartiene, che elenca tutto quello che di buono ha fatto per la città omettendo di rimarcare le numerose opere inutilizzate: la pista di pattinaggio, l’ex macello, il centro “Dopo di Noi”. Per non parlare della morte dell’Officina San Domenico, del settore distinti dello stadio Degli Ulivi e di tutte le strade ridotte a colabrodo: piuttosto che metterci l’asfalto, hanno pensato bene di metterci un po’ di blu…facendosi prendere troppo la mano.
Non dimentichiamo, in tutto questo, una debitoria arriva a 70 milioni.

Giorgino e tutti i suoi cagnolini da cruscotto hanno finito di maltrattare Andria e gli andriesi».