«Giorgino ormai da tempo amoreggia con il partito della Lega e per spirito di emulazione ha deciso di travestirsi anche lui, scegliendo l’abito che più gli aggrada per l’occorrenza. Nell’ultimo consiglio comunale, andato in scena venerdì 29 marzo scorso, ha deciso di vestire, metaforicamente, i panni di capitan “Schettino” e abbandonare la nave prima che affondasse. Giorgino ha lasciato senza motivo i lavori consiliari, senza un perché. Allo stesso ricordo che quando fui io ad abbandonare gli scranni della presidenza consiliare mi accusò di inesperienza. Giorgino ha commesso una grave scortesia istituzionale nei confronti dei consiglieri e una grave offesa alla città intera». Interviene così, in una nota, la consigliera comunale di Fronte Democratico Laura Di Pilato.

«Ad oggi nessuna parola, nessuna giustificazione – si legge -. Intanto resta il buco da 70 milioni di euro, l’aumento della Tari, e la mancata restituzione relativa alla tari a seguito dell’ormai nota sentenza.

Viene chiesta l’anticipazione della delibera di regolamento del contenzioso tributario, motivandola con l’urgenza, ma dov’è l’urgenza?! La stessa è stata ritirata poiché anche l’assessore Lullo si è reso conto della sciatteria politica con cui è stata presentata la delibera.

Tutta questa manfrina per guadagnare tempo ed evitare la votazione del bilancio. Capitan Giorgino seguiva intanto il consiglio in streaming dalla sua stanza, sulla sua poltrona al quale vuole rimanere ben incollato, perché sa benissimo che se perde la poltrona di sindaco, perde anche la poltrona della presidenza della provincia, dell’Autorità idrica, etc. Giorgino rischia di perdere tutto e tornare a fare l’avvocato.

Se avesse avuto un minimo di dignità, avrebbe dichiarato le sue dimissioni dal momento che i numeri non erano più dalla sua parte.

Purtroppo però i personalismi hanno contraddistinto e continuano a contraddistinguere il suo mandato amministrativo: viene prima la sua indennità, prima le sue tante poltrone e poi il bene comune.

Ora cosa accadrà? Il 3 aprile è stato convocato un consiglio comunale dove si dovrà discutere della tangenziale e dell’Officina San Domenico. Che farà Giorgino, il suo armatore e la sua ciurma? Si presenteranno? Ricordo al Sindaco le sue testuali parole: se un giorno non avessi più la maggioranza mi dimetterei senza esitare! Dal 29 marzo la maggioranza non c’è! Ai posteri l’ardua sentenza!».