A seguito della scelta della Presidenza del Consiglio dei Ministri di indire cinque giorni di lutto nazionale e alle conseguenti indicazioni della Prefettura, che oggi abbiamo ricevuto tramite comunicazione del Comune di Andria, in merito allo svolgimento delle celebrazioni del 25 aprile 2025, siamo costretti ad apportare significative modifiche al programma dell’iniziativa prevista presso Officina San Domenico.
Le disposizioni, legate alla proclamazione del lutto nazionale per la scomparsa del Sommo Pontefice, prevedono che tutte le manifestazioni pubbliche si svolgano in forma sobria e rispettosa del momento che il Paese sta attraversando.
In questo contesto, con grande rammarico, annunciamo l’annullamento del concerto del gruppo Cumbinate, dell’esibizione della MòMò Murga e del momento di selezione musicale con El Maximo del Sur, trattandosi di attività considerate di carattere festoso e ricreativo. L’evento resta confermato, ma si svolgerà senza momenti di festa o intrattenimento.
Ringraziamo il Comune di Andria per aver creduto nella nostra iniziativa ma, venuta meno la parte più onerosa della produzione dell’iniziativa e fermo restando il patrocinio comunale, ci sentiamo in dovere di rinunciare al contributo pubblico.
Rivolgiamo un pensiero di gratitudine e solidarietà agli artisti coinvolti, che con serietà e generosità avevano dato piena disponibilità, mettendo a disposizione tempo, lavoro e competenze. I lavoratori e le lavoratrici del mondo dello spettacolo sono a pieno titolo parte attiva della società e meritano tutele concrete — tanto più in una giornata che celebra diritti, dignità e libertà. Ancora una volta, purtroppo, sono stati i primi a subire le conseguenze di decisioni imposte dall’alto, senza alcuna garanzia, risarcimento o riconoscimento per l’impegno profuso.
Non possiamo infine esimerci dall’esprimere profondo disappunto per il clima che ha accompagnato le fasi organizzative dell’iniziativa. La nostra intenzione era celebrare l’80° anniversario della Liberazione d’Italia con un evento condiviso, partecipato e dal forte valore simbolico e sociale. Tuttavia, il percorso è stato segnato da ostacoli e da un clima polemico che ha spesso distorto il senso autentico della ricorrenza.
In questo quadro, appare quanto meno singolare la coincidenza tra la proclamazione dei 5 giorni di lutto nazionale e le celebrazioni del 25 aprile, visto che rappresenta la prima volta in cui l’Italia ha osservato un periodo di lutto nazionale così lungo per la morte di un pontefice. Una scelta che solleva interrogativi legittimi sul rischio — o sulla volontà — di oscurare e silenziare una data fondamentale per la storia democratica del nostro Paese.
Rimane in noi una convinzione profonda: la memoria si nutre di partecipazione attiva e collettiva, alimentata dall’arte e dall’impegno civico. La richiesta di silenzio di oggi, a nostro avviso, si scontra con la stessa natura della Resistenza e del “25 aprile”. Sebbene non possiamo fare altro che accettarla, lo facciamo con disappunto.
La memoria non è un’eco muta, ma un’impronta viva che chiede di essere vissuta, non solo ricordata.