Riceviamo e pubblichiamo una nota del consigliere comunale di Fratelli d’Italia, Andrea Barchetta.

«Nel 2020, l’allora Amministratore Unico della Multiservice Riccardo Infante (nominato dal Commissario Prefettizio Tufariello, invocato da taluni per salvare la patria), contestò presunte autoliquidazioni e liquidazioni di particolari benefit e indennità (pari a un totale di circa 400mila euro) da parte dell’allora direttore amministrativo dott. Albanese. Sulla base di questo erroneo presupposto l’allora Amministratore Unico, provvedeva a licenziare in tronco il dott. Albanese. Per il Tribunale del Lavoro di Trani che ha richiamato la precedente decisione della Corte dei Conti e alcune ispezioni del MEF risalenti al 2017, quelle spese erano legittime perché il salario andava a pareggiare quello previsto dal contratto collettivo nazionale. La sentenza, adesso, condanna la Multiservice ad una serie di onerosi impegni: reintegro immediato del direttore amministrativo, pagamento nei suoi confronti di otto mensilità da oltre 4mila euro lordi ciascuna, versamento dei contributi previdenziali di oltre 32 mesi e pagamento delle spese legali (oltre a quelle – onerose – già sostenute per i propri avvocati).

Un vero e proprio disastro, che infligge un colpo durissimo alle casse della Multiservice e al Comune di Andria e mette a rischio il presente e il futuro di una municipalizzata già in perdita. Il modo peggiore di affrontare la questione aggravata dalla ignavia dell’Amministrazione Bruno, ha rifiutato la transazione prima della sentenza, nonché dalla incapacità del precedente Amministratore della municipalizzata. Una gestione pessima della vicenda. Ancora nessuna parola, invece, da parte dell’attuale amministratore dott. Griner sul danno sia economico che strutturale che di immagine dell’azienda. Aggiungerei, inoltre, che sono ancora in corso le cause degli altri dipendenti aventi il medesimo oggetto, con successivo ulteriore aggravio economico della situazione. Il costo effettivo di questo ennesimo grattacapo, dunque, non è ancora del tutto calcolabile. L’unica certezza è che a pagare questi incredibili errori, come sempre, sono i cittadini».