Riceviamo e pubblichiamo la nota a firma del gruppo consiliare Futura, consiglieri Vincenzo Montrone e Michele Bartoli, e l’Assessore alle Radici Cesare Troia.

«Il Consiglio Comunale ha approvato il nuovo regolamento per le aree del Piano per gli insediamenti produttivi, in modo da dare a circa 40 imprese la possibilità di crescere, investire e innovare. Anche le aree a servizi del PIP, dopo la localizzazione delle caserme e del mercato ortofrutticolo, saranno disponibili.

Anche in momenti di difficoltà come questo,  sono molte le imprese che vogliono ampliarsi e investire sulla innovazione, di loro la  città ha bisogno e le imprese hanno bisogno di una città amica, di una istituzione della loro parte. Sono molti gli investimenti messi in moto, e molti i posti di lavoro. Non sono finanziamenti che si traducono in appalti, il cui valore aggiunto va altrove, o le cui procedure sono lunghe e i risultati sulla economia interna scarsi.

La assegnazione delle aree, finalmente dopo 10 anni di paralisi e di tentativi di speculazione da parte di alcuni,  sarà anche il punto di avvio per altre iniziative, come le comunità energetiche , anche grazie alla iniziativa di imprese che si associano per svilupparsi: adesso è il momento per cogliere le opportunità e l e leve di sviluppo del PNRR.

Futura e i suoi rappresentanti istituzionali hanno lavorato sodo, a stretto contatto con le imprese del PIP, per il nuovo regolamento, cancellando cecità burocratiche e inefficienze, nonostante  l’ostruzionismo dei soliti che, dopo aver fatto quasi fallire la città, vogliono lasciare le cose  come stanno, cioè male.

Adesso si lavorerà sodo per la assegnazione e la realizzazione anche dei servizi alle imprese e alla città nelle altre aree disponibili. Procederemo anche al ricalcolo degli arretrati (se dovuti) considerando tutte le risorse utilizzate. Tempi ed efficacia sono determinanti, anche per dare alle imprese e alla città la possibilità di candidare progetti ai fondi europei del PNRR.

Ecco come si produce  giustizia, si combattono le cause del deficit comunale, e si ricostruiscono le ragioni dello sviluppo e della alleanza tra comune e società civile, favorendo economia e innovazione. Non è mai facile, ma è l’unica via che può portarci fuori dal brutto contesto in cui Andria è stata lasciata. Ci dedicheremo con la stessa tenacia ad altri aspetti  importanti della vita cittadina. Insieme ce la faremo».