L’Associazione 3Place, con una PEC inoltrata lo scorso 13 gennaio al Comune di Andria, ha espresso la propria perplessità circa le attività poste in essere dallo stesso nei confronti del patrimonio arboreo cittadino.

L’episodio dal quale sorgono le riflessioni sotto riportate, invero preceduto da una cospicua serie di precedenti, riguarda la potatura (che a ragion veduta potrebbe definirsi dissennata) dei bagolari di Via Mattia Preti dove le piante si trovano in una situazione di attuale sofferenza. Preliminarmente occorre ricordare che il regolamento comunale del verde, come è noto, prevede il ricorso alla potatura occasionalmente e solo in determinati casi, quali eliminazione dei seccumi, di rami malati (art. 7) e questo perché si tratta di interventi che danneggiano irrimediabilmente gli alberi, favorendo l’insorgenza di patologie che ne minano sia la salute che la stabilità meccanica, quindi di riflesso la sicurezza pubblica. A ciò si aggiunga che si tratta di operazioni abbastanza costose.

Tanto considerato pare legittimo chiedersi se gli interventi di potatura in via Mattia Preti (e in viale Virgilio) fossero realmente necessari sia dal punto di vista fitosanitario che dal punto di vista strettamente economico, attesa la situazione difficile in cui notoriamente versano le casse del Comune di Andria.

Ad avviso di 3Place la somma spesa per tali interventi ben avrebbe potuto essere destinata ad iniziative di cura dell’ambiente e di piantumazione che da tempo sono richieste a vari enti e che non si sono ancora potute realizzare sempre per lo stesso motivo: la risposta: “non ci sono fondi”. Delle due l’una però: o non ci sono fondi per nessun intervento o quei fondi che ci sono, sono male destinati, posto che vengono utilizzati per interventi che danneggiano e fanno del male agli alberi.

Nei 14 mesi di amministrazione Bruno, l’Associazione ha dovuto assistere, davvero a malincuore, all’abbattimento di vari alberi con la speranza e la promessa in alcuni casi che sarebbero stati rimpiazzati da nuovi alberi. Ad eccezione di Piazza Sorelle Agazzi dove sono stati posti a dimora solamente 4 tigli a fronte di 6 pini abbattuti, per il resto nessuna promessa è stata mantenuta e ogni speranza è stata infranta, con il costante l’auspicio da parte di 3Place di una maggiore coerenza…che la speranza, si sa, è sempre l’ultima a morire.

L’ancora che fa non fa perdere la speranza è si potrebbe fare molto a costo zero e di fatti numerose sono le alternative tra cui optare: ad esempio la proposta del coordinamento “Andria Verde” (di cui l’Associazione fa parte) che da 2 anni ha chiesto, dapprima al commissario straordinario e poi all’attuale amministrazione, un’area pubblica in cui realizzare a proprie spese un progetto di forestazione urbana con il fine di aumentare la biodiversità locale. Vero è che spesso la burocrazia necessità di tempi biblici, ma è anche vero che se si vuole si muovono mari e monti. Gli alberi sono un bene pubblico essenziale che apporta notevoli benefici alla collettività che, già provata da altissimi livelli di smog inquinanti, soprattutto in questo momento storico ha bisogno di respirare.

È facile intuire che, metaforicamente, se si recidono le arterie dei polmoni (cioè i rami degli alberi) poi il polmone non funziona e si deve intervenire finchè si è in tempo, perché spesso “poi” è troppo tardi. In attesa di una risposta da parte Comune alla PEC e a tutte le osservazioni presentate, 3Place c’è, come sempre, vuole fare tutto il possibile e non si arrende per la tutela dell’ambiente e della salute, diritti costituzionalmente garantiti.