Continua la polemica sulla gestione della pandemia tra il centrodestra andriese e l’amministrazione Bruno con una nuova nota di replica a firma dei consiglieri Donatella Fracchiolla, Gianluca Grumo, Andrea Barchetta, Antonio Scamarcio e Nicola Civita che tornano anche a parlare del piano di riequilibrio.

«Il centro destra andriese è presente ora più che mai, svolge il suo compito, monitorando l’operato inefficiente della maggioranza, recependo e dando voce al disagio della cittadinanza su temi quali, tra gli altri, scuole chiuse indistintamente e attività commerciali al collasso e dimenticate. Tutto questo, evidentemente, infastidisce il centro sinistra, incapace di gestire, sia la delicata situazione finanziaria del nostro comune e sia l’emergenza sanitaria che, in questo momento, non vede la nostra tra le città più colpite, come attestano i numeri. Il dolore di una città messa in ginocchio anche da tanta incapacità di gestione va rispettato e mai strumentalizzato. Questo non è fare politica. Questo è sciacallaggio mediatico di chi non ha argomenti per giustificare l’ingiustificabile.

Cosa è stato fatto in oltre sei mesi di amministrazione? A parte aver inviato avvisi sui tributi locali 2015, senza preoccuparsi di verificarne, ex ante e non ex post, la correttezza? Dove è finito il dialogo con al Regione e con l’amico Emiliano, sempre più imbarazzante nelle sue scelte politiche che inevitabilmente si riversano anche sulla nostra città? Le strade sono dissestate, i controlli mancano, la confusione sulla corretta interpretazione delle ordinanze del governo regionale loro amico aleggia sovrana, l’emergenza Covid non è stata gestita se non con i rimproveri notturni del sindaco che bacchetta i cittadini sulla corretta osservanza delle regole, le linee programmatiche sono state discusse dopo quattro mesi, la rimodulazione è stata decisa ad un giorno dalla scadenza ultima, nonostante le proroghe chieste e concesse dalla Corte dei Conti e la maggioranza si è mostrata, sino all’ultimo secondo, spaccata su un punto così fondamentale, per poi rinnegare compatti, a gran voce, di non aver mai detto di volere, per la nostra città, il catastrofico dissesto, il piano rimodulato è stato consegnato alle minoranze meno di 48 ore prima e, nel mentre, c’era il consiglio di otto ore sulle linee programmatiche! Un piano che presenta ben poche differenze rispetto a quello precedente, tanto aspramente criticato, tra le quali il piano delle alienazioni (la vendita di beni immobili appartenenti al Comune, finalizzata a creare cassa) che, attraverso emendamenti proposti anche dalla stessa maggioranza e da tutti condivisi, è stato per lo più stralciato. E sulla sostituibilità degli immobili salvati da questa scelta scriteriata – tra i quali, lo si ricorda, il circolo tennis e l’ufficio tributi di via Bari – il sindaco stesso e gli esponenti della maggioranza, più volte interrogati, finanche in importanti salotti televisivi locali, hanno balbettato, senza rispondere, dimostrando, ancora una volta, di non sapere o di non volere. Sarà stato l’ennesimo contentino alle opposizioni oltre che alle loro minoranze interne, dove si finge la ricerca di una collaborazione, ma che nasconde in realtà la chiara intenzione di voler semplicemente far ratificare quanto già autoritariamente (e irresponsabilmente) deciso? La rimodulazione del piano ha riguardato poi un’altra posta importante introdotta senza fondamento, sulla quale l’amministrazione, durante il consiglio del 12 marzo, sollecitata sul punto, prima non ha risposto, successivamente, ad una seconda sollecitazione, ha dato una risposta che sarebbe stato meglio non ricevere. In sostanza, i debiti fuori bilancio, nel programma rimodulato sono passati da 4 ml di Euro a 14 milioni di euro. Di questo aumento di 10 milioni, almeno 7 sarebbero attribuibili a dei presunti debiti con l’ARO. Tuttavia, a supporto di tale somma asseritamente dovuta non ci sarebbe un documento giuridicamente valido alla base della pretesa creditoria, ma un mero “disallineamento tra le scritture contabili dell’Unione ARO 2BT e i residui passivi presenti in contabilità dell’Ente alla data del 31.12.2019”. E non serve essere esperti responsabili enti locali per comprendere l’assurdità della cosa. Sono soldi. Tanti soldi. Soldi pubblici. I nostri! E non c’è traccia di cosa sia stato fatto in questi mesi sul piano delle transazioni. L’anticipazione del Fondo Rotativo ottenuto durante la gestione commissariale ammonta a 15 milioni di euro, di cui appena due risultano spesi! Questi tristemente i fatti dei quali l’attuale amministrazione è responsabile. Queste le domande alle quali rispondere alla cittadinanza. E l’elenco potrebbe, ahinoi, continuare».